Ciao ttt, mi dispiace davvero tanto per la tua situazione. Ti sono vicina.
Credo che l’aiuto del forum sia prezioso, se non altro perché permette di elaborare le nostre emozioni. A me aiuta molto leggervi. (anzi, un consiglio, se decidi di rivolgerti allo psicologo magari stampa quello che hai scritto tu e faglielo vedere: io ho fatto così, può essere utile per rompere il ghiaccio…soprattutto se sei come me: mi blocco e non so cosa dire…)
Non so in che tipo di trappola mortale io sia caduta. L'unica cosa che so è che fare il proprio dovere non è affatto sufficiente e che il mestiere di insegnante non lo so fare.
Dopo tanti anni che insegni, mi sembra poco probabile, ma se sia o no il tuo mestiere solo tu lo puoi “sentire”… purtroppo, come io ho capito a mie spese, la scuola è piena di persone che credono di sapere insegnare, di dirigenti che credono di sapere dirigere ecc., ma spesso sono solo palloni gonfiati. Avere dubbi è da persone intelligenti, chi dice le cose non potrebbero andare meglio è o incompetente o disonesto/opportunista. Anch’io mi sono accorta che fare il proprio dovere non è sufficiente … troveranno comunque cose da rinfacciarti. Esempio stupido: trovo nel cassetto una scartoffia che annuncia una riunione. Ci vado: sono l’unica insegnante coordinatrice presente: non era obbligatorio, anche se la comunicazione non lo diceva. Trovo un’altra scartoffia dello stesso tipo, stavolta non vado alla riunione perché ho un altro impegno. Risultato: sfuriata furibonda della preside. Non faccio il mio dovere, non sono consapevole dei miei compiti, se non sapevo dovevo chiedere (cosa e a chi?)… Oggi ho riordinato le carte della scuola e nel vedere tutte le verifiche e i lavori che ho preparato nel corso dell’anno (preparato
ad hoc spendendoci minimo un paio d’ore, non scopiazzato dalle guide per gli insegnanti) mi sono resa conto che ho lavorato tanto, per essere al primo anno, di certo più di altri, anche considerato il fatto che per me era tutto nuovo … e ciononostante mi sono sentita rivolgere dalla preside pesanti accuse di incompetenza, insomma mi ha umiliata e trattata con arroganza, senza peraltro basarsi su fatti concreti. Anzi, ero percepita come severa e esigente dai ragazzi, ma i migliori della classe (perfino un paio di genitori!) hanno dato segnali di apprezzamento.
Penso che forse in qualsiasi lavoro fallirei, perchè non ci so fare con la gente e non ho mai capito niente nella vita.
Questo non devi dirlo … ma anch’io l’ho pensato tante volte, e la paura di fallire anche in altri ambiti lavorativi ce l’ho, molto forte.
Però tu hai capito molto più di tanti altri. Purtroppo le persone sensibili, timide e/o fragili ci vanno sempre di mezzo. L’insegnamento non è un lavoro qualsiasi: vivo circondata da insegnanti e i racconti di situazioni di disagio li sento spesso … è oggettivamente un lavoro logorante sul piano emotivo, e il disagio spesso può sfociare in una vera patologia psichiatrica (vedi l’articolo citato nel primo post; qui c'è il pdf con la versione integrale:
http://www.edscuola.it/archivio/psicologia/burnout.pdf). Ho sentito tanti casi. Ultimo una maestra (amica di mia mamma), persona dolcissima e generosa, gentilissima anche con me: ho saputo alle spalle che gliene dicono di tutti i colori.
Mi ricordo anche di un supplente di lettere che ho avuto in prima liceo, che è stato da noi solo due lezioni: ricordo che era giovane, piuttosto impacciato e a timido, sbagliava a leggere i nomi in continuazione: dopo qualche giorno abbiamo letto sul giornale che si era tolto la vita. Mi viene in mente spesso, soprattutto in questo periodo: forse una parola gentile, un segno di stima da parte di noi studenti avrebbe fatto la differenza.
Dato che il confronto con esperienze simili a volte dà un po’ di conforto, ti segnalo anche queste testimonianze:
http://www.orizzontescuola.it/node/2771
Mi è difficile spiegare la successione degli eventi e dei particolari, ce la faccio a dirne un pò alla volta, se avete pazienza.
Posso dire che lavoro lontano dalla mia città, che la mia è una classe a tempo pieno e la condivido con una collega del luogo molto più anziana che mi ha sempre rimproverato di fronte agli alunni, che mi ha sempre denigrato e criticato, messo in difficoltà etc etc, ma cmq è logico che se mi trovo in questa situazione ho sbagliato, che non so fare l'insegnante.
Questo comportamento non è accettabile…di certo una persona simile non merita di insegnare più di te.
Almeno i miei gentili colleghi sono così carini da farlo alle mie spalle .
Anche la lontananza da casa è un fattore di stress notevole, ne so qualcosa…anzi forse il pendolarismo è anche peggio.
All'inizio non me ne ero resa conto, ma non essere del luogo è svantaggioso perchè i colleghi del posto magari sono amici dei genitori, si incontrano in giro e chiacchierano... ovviamente tirando acqua al proprio mulino.
Devo alla loro bontà se ancora non mi hanno cacciato, ma non devo tirare la corda ecc. ecc.
Anche questo non suona nuovo alle mie orecchie.
Un abbraccio, e fatti forza … Spero di leggere presto che va meglio …