Nuovo comunicato di Duria

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Zora
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Nuovo comunicato di Duria

Messaggio da Zora » mar giu 20, 2006 9:28 am

ricevo e giro,

NASCE UNA NUOVA FIGURA POLITICA: IL LIBERAZIONISTA

Prima che il dibattito sulla liceità o meno delle azioni A.L.F. si radicalizzasse, quando ancora i casi di effettiva liberazione di cavie erano pochi, alcuni sinceri attivisti per i diritti animali sostenevano che bisognava fare le cose “alla luce del sole”, rimandando la corretta prassi metodologica alle gandiane azioni dirette nonviolente. Posto che lo stesso Gandhi considerava il sabotaggio senza spargimento di sangue come facente parte a pieno titolo del metodo nonviolento e che Martin Luter King suggeriva, quando si deve scegliere tra legale e legittimo, di optare per il secondo, in base ai dettami della propria coscienza, tutte le volte che negli ultimi venti anni ho organizzato azioni dirette contro la caccia (familiarmente chiamate azioni di disturbo) ho notato che la reazione degli attivisti nei miei confronti, compresi quelli che si riempivano la bocca con la formula “alla luce del sole”, era non solo di mancata collaborazione, ma anche di aperta ostilità. Che ció sia dovuto all’ipocrita furberia di pigri sedicenti attivisti o alla naturale pavidità di tutti noi comuni mortali non cambia l’esito finale: gli animalisti non sono mai stati in grado – e non lo sono neanche ora- di portare a compimento serie azioni dirette, attuate secondo i canoni classici della Nonviolenza gandiana.
Stabilito che Gandhi era un essere umano, che operava in ambito umano e che si avvalse della collaborazione di qualche milioncino di esseri umani, per arrivare alla liberazione dell’India dal colonialismo inglese, ci si deve chiedere se il metodo nonviolento puó essere applicato alla liberazione degli animali dall’imperialismo degli uomini. Ovvero se sopportare il male piuttosto che farlo, per un animale, possa avere valenza politica, cioé possa essere interpretato dagli astanti, compreso chi il male lo pratica, come una precisa scelta da parte dell’animale, piuttosto che come un’azione subita. Poiché è sotto gli occhi di tutti, da che mondo è mondo, che l’animale patisce la propria oppressione senza che il suo oppressore veda in ció una scelta di nonviolenza gandiana, il discorso del porgere l’altra guancia, per gli animali, non sta in piedi, non ha alcun senso. Se i nonviolenti possono, in alcuni rari casi, nel momento in cui accettano il loro martirio, colpire la sensibilità dei loro carnefici, non si è mai dato il caso di un macellatore che restasse turbato dalla passività delle proprie vittime, o di un vivisettore che si fermasse un attimo a riflettere perchè le cavie deliberatamente gli porgevano l’altra guancia. E questo perchè nessun assassino di animali ha mai riconosciuto ad essi il libero arbitrio, la facoltà di scegliere se accettare o rifiutare la propria sorte di vittima. Non sto parlando di pentimento, che è operazione tutta interiore e che pure puó di tanto in tanto manifestarsi, ma dell’accorgersi che l’animale, pur potendo mettersi in salvo, sceglie di andare volontariamente incontro alla morte, in ossequio ai principi evangelici di nonviolenza. Poichè non si dà nessun caso del genere, il fatto non sussiste, non c’è il “fumus” come direbbero gli avvocati, e la metodologia della Nonviolenza non è applicabile alla lotta di Liberazione Animale.
Siccome l’uomo è la misura di tutte le cose, spetta dunque solo a noi decidere qual è il metodo migliore per arrivare alla Liberazione degli schiavi non umani. Nessuno ha diritto di rilasciare patenti di onestà metodologica e se io mi permetto di dire – inter nos – che la L.A.V. ha fatto la sua scelta nel momento in cui ha cambiato nome al proprio bollettino (che prima si chiamava “Liberiamo la Cavia” e ora si chiama “Impronte”) e se mi permetto di dire – sempre inter nos – che gli animalisti legalisti, con la loro piccineria mentale, sono un ostacolo alla Liberazione degli animali, ESIGO che loro si astengano dallo sputare sentenze quando A.L.F. entra in azione. Che svolgano il loro bravo compito di zoofili senza prendere le famose distanze e senza dare man forte alla teleguidata opinione pubblica che già vede gli interventi illegali di A.L.F. come fumo negli occhi.
Non prestatevi al gioco degli specisti, signori Caporale e Felicetti! E’ tanto difficile da accettare? Un sano silenzio, quando A.L.F. entra in campo, sarebbe veramente d’oro. Nostro malgrado, dobbiamo riconoscere che la frattura fra voi animalisti legalisti, che lavorate con le carte bollate, e noi liberazionisti, che seguiamo il consiglio di Martin Luter King scegliendo ció che è legittimo, è ormai insanabile. Cerchiamo di non pestarci i piedi a vicenda, d’accordo? Ognuno lavori nel suo ambito di competenza: voi i canili, noi il pianeta Terra. E smettetela di sputtanarci a ogni liberazione!

Roberto Duria

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