Salve a tutti, ho un olio per massaggi che come ingredienti ha: Soybean oil, Vitamina E. Ho guardato sul biodiz ma di fatto non ho capito che olio e'.Qualcuno mi aiuta?
Grazie
soybean oil
Moderatore: Erica Congiu
perchè è strategica....
ti incollo un pezzetto di storia.
Gli Stati Uniti, per acquisire questo potere verde (espressione che non va confusa con gli obiettivi della rivoluzione verde, sviluppatasi negli anni Sessanta), rivolto a creare una nuova forma di dipendenza a danno degli altri stati, hanno concentrato i loro sforzi sui ‘cereali maggiori’ (grano, mais, riso) e su un legume (soia), fondamentale per lo sviluppo della zootecnia. Ossia sugli alimenti strategici.
Alimenti strategici. Dai tre cereali appena menzionati e dalla soia dipende la sopravvivenza dei popoli. Questi prodotti, infatti, sono la principale, anzi l’insostituibile fonte di energia alimentare e di proteine. Insostituibile ma, per fortuna, intercambiabile in quanto ciascuno di essi, almeno in teoria, potrebbe ovviare all’eventuale mancanza degli altri. e in ogni continente. Per esempio, se un paese è minacciato da una grave crisi alimentare, per scongiurare il disastro può essere sufficiente un’ampia disponibilità di solo grano (o di solo riso o mais o soia), in grado di nutrire gli umani e il loro bestiame, da cui si ricava carne, latte, uova (a patto, però, che sussistano adeguate risorse di acqua: la produzione di cibo ha costi idrici tanto più alti quanto più è avanzato lo sviluppo agricolo e zootecnico.
Sin dal secondo dopoguerra, gli Stati Uniti, ben consci del ruolo strategico della soia, in un ventennio (1950-70) ne hanno quadruplicato la produzione, riuscendo a superare i 40 milioni di tonnellate nei primi anni Settanta, ossia quasi i due terzi dell’intera produzione mondiale, senza considerare i 10 milioni di tonnellate prodotti in Brasile sotto il controllo del capitale statunitense. Se si pensa che la Cina (che allora era il secondo produttore mondiale, mentre oggi è al primo posto) ne produceva 12 milioni di tonnellate, si può affermare che gli Usa, in quegli anni, avevano conseguito, all’interno del mondo capitalistico, il monopolio della soia. Della quale la Comunità Europea era di gran lunga la principale importatrice. Ma ne pagò le conseguenze. Infatti, il 27 giugno l973, gli Stati Uniti, per riequilibrare la loro bilancia commerciale, divenuta improvvisamente deficitaria, decretarono l’embargo della soia alla Comunità stessa. L’embargo durò solo alcuni mesi (se si fosse prolungato oltre un anno avrebbe messo in ginocchio l’intera zootecnia europea), sufficienti a provocare l’attesa impennata dei prezzi, a riequilibrare rapidamente la bilancia commerciale e a ristabilire buoni rapporti commerciali (è vero che c’est l’argent qui fait la guerre, ma a volte fa anche la pace).
Nel dicembre dello stesso anno, la Commissione della CEE sollecitò i paesi membri ad avviare la coltura della soia. La qual cosa avvenne, sia pure in modo tardivo (soprattutto in Italia, con più sollecitudine in Francia). Ma, nello stesso periodo, furono intraprese inedite e spregiudicate procedure, come quella di somministrare agli erbivori (soprattutto bovini) le cosiddette ‘farine animali’, ricavate da carcasse di animali (di altre o della medesima specie), così trasformando gli erbivori stessi in carnivori o addirittura cannibali. Una scelta sciagurata che poi ha aperto la porta all’encefalopatia spongiforme bovina (giornalisticamente nota come ‘malattia della mucca pazza’).
Emanuele Djalma Vitali, Università La Sapienza, Roma.
ti incollo un pezzetto di storia.
Gli Stati Uniti, per acquisire questo potere verde (espressione che non va confusa con gli obiettivi della rivoluzione verde, sviluppatasi negli anni Sessanta), rivolto a creare una nuova forma di dipendenza a danno degli altri stati, hanno concentrato i loro sforzi sui ‘cereali maggiori’ (grano, mais, riso) e su un legume (soia), fondamentale per lo sviluppo della zootecnia. Ossia sugli alimenti strategici.
Alimenti strategici. Dai tre cereali appena menzionati e dalla soia dipende la sopravvivenza dei popoli. Questi prodotti, infatti, sono la principale, anzi l’insostituibile fonte di energia alimentare e di proteine. Insostituibile ma, per fortuna, intercambiabile in quanto ciascuno di essi, almeno in teoria, potrebbe ovviare all’eventuale mancanza degli altri. e in ogni continente. Per esempio, se un paese è minacciato da una grave crisi alimentare, per scongiurare il disastro può essere sufficiente un’ampia disponibilità di solo grano (o di solo riso o mais o soia), in grado di nutrire gli umani e il loro bestiame, da cui si ricava carne, latte, uova (a patto, però, che sussistano adeguate risorse di acqua: la produzione di cibo ha costi idrici tanto più alti quanto più è avanzato lo sviluppo agricolo e zootecnico.
Sin dal secondo dopoguerra, gli Stati Uniti, ben consci del ruolo strategico della soia, in un ventennio (1950-70) ne hanno quadruplicato la produzione, riuscendo a superare i 40 milioni di tonnellate nei primi anni Settanta, ossia quasi i due terzi dell’intera produzione mondiale, senza considerare i 10 milioni di tonnellate prodotti in Brasile sotto il controllo del capitale statunitense. Se si pensa che la Cina (che allora era il secondo produttore mondiale, mentre oggi è al primo posto) ne produceva 12 milioni di tonnellate, si può affermare che gli Usa, in quegli anni, avevano conseguito, all’interno del mondo capitalistico, il monopolio della soia. Della quale la Comunità Europea era di gran lunga la principale importatrice. Ma ne pagò le conseguenze. Infatti, il 27 giugno l973, gli Stati Uniti, per riequilibrare la loro bilancia commerciale, divenuta improvvisamente deficitaria, decretarono l’embargo della soia alla Comunità stessa. L’embargo durò solo alcuni mesi (se si fosse prolungato oltre un anno avrebbe messo in ginocchio l’intera zootecnia europea), sufficienti a provocare l’attesa impennata dei prezzi, a riequilibrare rapidamente la bilancia commerciale e a ristabilire buoni rapporti commerciali (è vero che c’est l’argent qui fait la guerre, ma a volte fa anche la pace).
Nel dicembre dello stesso anno, la Commissione della CEE sollecitò i paesi membri ad avviare la coltura della soia. La qual cosa avvenne, sia pure in modo tardivo (soprattutto in Italia, con più sollecitudine in Francia). Ma, nello stesso periodo, furono intraprese inedite e spregiudicate procedure, come quella di somministrare agli erbivori (soprattutto bovini) le cosiddette ‘farine animali’, ricavate da carcasse di animali (di altre o della medesima specie), così trasformando gli erbivori stessi in carnivori o addirittura cannibali. Una scelta sciagurata che poi ha aperto la porta all’encefalopatia spongiforme bovina (giornalisticamente nota come ‘malattia della mucca pazza’).
Emanuele Djalma Vitali, Università La Sapienza, Roma.
soybean oil
Olio di semi di soia, quindi... allora posso usarlo come base aggiungendo oli essenziali?Ha una scadenza (temo di averlo dimenticato dietro altre cose non so da quando...)?Che proprieta' ha?
Ah, la soia serve per gli animali allora... lo so perchè mio papà e mio zio hanno un campicello che coltivano a soia proprio perchè la comunità europea dà le sovvenzioni... mi chiedevo il perchè di sostenere una pianta che non mi dice niente...(fine del momento di ignoranza...)
Crilù, non so molto dell'olio di soia, credo che più che altro sia stato usato perchè costa poco.
Lola
Crilù, non so molto dell'olio di soia, credo che più che altro sia stato usato perchè costa poco.
Lola
Re: soybean oil
Ciao,crilu' ha scritto:Olio di semi di soia, quindi... allora posso usarlo come base aggiungendo oli essenziali?Ha una scadenza (temo di averlo dimenticato dietro altre cose non so da quando...)?Che proprieta' ha?
Come olio non mi fa impazzire. Al super a prezzi\litro modici inizia a vedersi il girasole bio, l'olio di semi d'uva e quello di riso.
Tutti olii che preferisco sicuramente alla soia.