sul petrolio, ai chimici
Moderatore: Erica Congiu
sul petrolio, ai chimici
Ho una curiosità - e vi prego considerate che sono assai più abituata a sistemi biologici....
Allora, il petrolio è un minerale che viene dalla terra. Un minerale liquido (sto già scrivendo idiozie????).
Le polveri minerali sono assoltamente innocue ed ecobio, per la maggior parte (dai pigmenti del ferro, all'ossido di zinco, al talco, etc).
Ciò che va completamente contro l'ecocompatibilità è la raffinazione del petrolio: è vero questo?
La mia domanda è: non esiste un sistema ecologico di raffinare il petrolio in modo da ottenere un "olio minerale" ecocompatibile e biodegradabile?
O è l'olio stesso che è un olio non degradabile?
Non prendetemi in giro, e chiaritemi un po' le idee...
(inoltre: chimicamente, come si pone la paraffina rispetto all'olio minerale? Stessa roba?)
Allora, il petrolio è un minerale che viene dalla terra. Un minerale liquido (sto già scrivendo idiozie????).
Le polveri minerali sono assoltamente innocue ed ecobio, per la maggior parte (dai pigmenti del ferro, all'ossido di zinco, al talco, etc).
Ciò che va completamente contro l'ecocompatibilità è la raffinazione del petrolio: è vero questo?
La mia domanda è: non esiste un sistema ecologico di raffinare il petrolio in modo da ottenere un "olio minerale" ecocompatibile e biodegradabile?
O è l'olio stesso che è un olio non degradabile?
Non prendetemi in giro, e chiaritemi un po' le idee...
(inoltre: chimicamente, come si pone la paraffina rispetto all'olio minerale? Stessa roba?)
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Io veramente sapevo che il petrolio è il risultato ultimo della decomposizione in anaerobiosi e ad alta pressione/temperatura ecc. della sostanza organica e che è costituito da molecole organiche. La raffinazione in linea di massima dovrebbe essere solo una distillazione progressiva, ma forse qui dico cavolate...
hai ragione riboeri il petrolio è una sostanza naturale composta principalmente da idrocarburi
Gli idrocarburi sono composti formati essenzialmente da idrogeno e carbonio e in base alle lopro proporzioni si ottengono diverse classi o serie...le più semplici sono le paraffine o alcani ,sono idrocarburi saturi,il più semplice è il metano CH4 che è un gas se aumentiamo il numero degli atomi di carbonio passiamo all'etano,propano,butano ecc ...se arriviamo a molti atomi di carbonio si può passare a forme solide come appunto la paraffina e nel mezzo ci stanno anche le liquide come gli idrocarburi leggeri vaselline o oli minerali.
Poi esistono anche gli idrocarburi insaturi come l'isoprene e infine quelli aromatici.
Dalla distillazione frazionata si ricavano i vari prodotti dalle benzine agli oli pesanti
Non sono biodegradabili non vengono attaccati dai batteri e non credo che esista un metodo diverso nel produrli
Gli idrocarburi sono composti formati essenzialmente da idrogeno e carbonio e in base alle lopro proporzioni si ottengono diverse classi o serie...le più semplici sono le paraffine o alcani ,sono idrocarburi saturi,il più semplice è il metano CH4 che è un gas se aumentiamo il numero degli atomi di carbonio passiamo all'etano,propano,butano ecc ...se arriviamo a molti atomi di carbonio si può passare a forme solide come appunto la paraffina e nel mezzo ci stanno anche le liquide come gli idrocarburi leggeri vaselline o oli minerali.
Poi esistono anche gli idrocarburi insaturi come l'isoprene e infine quelli aromatici.
Dalla distillazione frazionata si ricavano i vari prodotti dalle benzine agli oli pesanti
Non sono biodegradabili non vengono attaccati dai batteri e non credo che esista un metodo diverso nel produrli
Non ricordo a quale corso di bioedilizia, ma il relatore ci fece notare che la Terra, vista come un "essere intelligente"ed essendo il petrolio un "suo" prodotto assai poco biodegradabile, ha pensato bene di nasconderlo nelle viscere più profonde.
Il problema siamo noi che poi lo rimettiamo in circolo!
Luca
Il problema siamo noi che poi lo rimettiamo in circolo!
Luca
Salute,
sarà che ho strappato l'unico 30 e lode in paleontologia, ma a me il petrolio in sè non è che mi faccia tanto schifo...
E si potrà dire tutto quello che si vuole ma la plastica è stata probabilmente assieme alla televisione ciò che ci ha fatto avere tutto quello che abbiamo in termini di tecnologia spicciola, proletaria per così dire, a più ampia fruizione e quindi a più alto impatto sociale.
Come dice paracelso, è la dose che fa il veleno, io lo piegherei col suo permesso in è l'abuso che fa l'abominio.
Ciao.
sarà che ho strappato l'unico 30 e lode in paleontologia, ma a me il petrolio in sè non è che mi faccia tanto schifo...
E si potrà dire tutto quello che si vuole ma la plastica è stata probabilmente assieme alla televisione ciò che ci ha fatto avere tutto quello che abbiamo in termini di tecnologia spicciola, proletaria per così dire, a più ampia fruizione e quindi a più alto impatto sociale.
Come dice paracelso, è la dose che fa il veleno, io lo piegherei col suo permesso in è l'abuso che fa l'abominio.
Ciao.
Grazie ragazzi, siete stati esaustivissimi.
Tanto pare che entro una cinquantina d'anni il petrolio, come combustibile, sarà considerato un superlusso....pare che siamo entrati nella curva dell'esaurimento delle riserve.
Mi piace l'idea della Terra che si vuol tenere per sè i suoi prodotti viscerali... Comunque mi sembra che non c'è modo di rendere vaselina e paraffina e olii minerali dei prodotti ecocompatibili...
Ciao,
Riky
Tanto pare che entro una cinquantina d'anni il petrolio, come combustibile, sarà considerato un superlusso....pare che siamo entrati nella curva dell'esaurimento delle riserve.
Mi piace l'idea della Terra che si vuol tenere per sè i suoi prodotti viscerali... Comunque mi sembra che non c'è modo di rendere vaselina e paraffina e olii minerali dei prodotti ecocompatibili...
Ciao,
Riky
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petrolio ed ecologia della Terra
Di fronte alla necessità faremo virtù. Il petrolio è ormai un bene che acquisterà sempre più valore e aumenterà di prezzo. Possiamo scordarci il periodo in cui costava 18 dollari al barile.
Arriverà un momento in cui sarà troppo costoso utilizzarlo.
Arriverà un momento in cui sarà troppo costoso utilizzarlo.
Riky, mettiamola così. Ci sono i tempi geologici e ci sono i tempi dell'ordine di una vita umana. C'è la natura, non matrigna, ma sommamente indifferente sì, e ci siamo noi, che vorremmo conservare un ecosistema in cui stiamo bene.
Ordunque, i tempi "geologici" non prevedono affatto che venga fuori, nei tempi umani, una quantità di idrocarburi come quella che noi stiamo pompando dal sottosuolo. In questo senso è una cosa molto innaturale. Mentre la continua opera di smantellamento della crosta terrestre è opera estremamente comune e, per così dire, rapida. Le volgarmente chiamate polveri fanno parte della parte più superficiale e continuamente rimaneggiata della Terra. In questo senso, il loro utilizzo è molto meno innaturale.
Infine, mettiamoci dal nostro punto di vista. Il petrolio dà un sacco di problemi chiarissimi che abbiamo già ampiamente visto. L'uso di polveri minerali, no. Il loro uso non altera che minimamente il nostro ecosistema, che già di per sè ne produce e ne sposta in quantità immani.
Ordunque, i tempi "geologici" non prevedono affatto che venga fuori, nei tempi umani, una quantità di idrocarburi come quella che noi stiamo pompando dal sottosuolo. In questo senso è una cosa molto innaturale. Mentre la continua opera di smantellamento della crosta terrestre è opera estremamente comune e, per così dire, rapida. Le volgarmente chiamate polveri fanno parte della parte più superficiale e continuamente rimaneggiata della Terra. In questo senso, il loro utilizzo è molto meno innaturale.
Infine, mettiamoci dal nostro punto di vista. Il petrolio dà un sacco di problemi chiarissimi che abbiamo già ampiamente visto. L'uso di polveri minerali, no. Il loro uso non altera che minimamente il nostro ecosistema, che già di per sè ne produce e ne sposta in quantità immani.
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petrolio e sostituti
Per quanto riguarda la plastica, questa può venir prodotta con materiali biodegradabili, come il sacchetto di plastica Mater-Bi. Per il nostro sistema di trasporto srà certamente una transizione non indolore, e se teniamo conto che , pur adesso, scialacquiamo allegramente benzina e diesel, nonostante i prezzi siano aumentati, il momento della verità ci farà capire con sofferenza quanto siamo dipendenti da un bene che non è rinnovabile e sul quale non abbiamo fatto una seria politica preventiva di distacco.
Se continuiamo a guidare la macchina senza pensare all'inquinamento, al petrolio bruciato che provoca l'effetto-serra, allora prepariamoci a pagare di più.
Se continuiamo a guidare la macchina senza pensare all'inquinamento, al petrolio bruciato che provoca l'effetto-serra, allora prepariamoci a pagare di più.
Salute,
ricky, son anni che dicono le scorte finiranno nel giro di 50 anni. Tu non sai ancora i giacimenti che 'devono' essere ancora scoperti; il problema è per quanto ancora sarà la fonte d'energia più conveniente. Per il prezzo, ci sarebbe da opinare fino alla noia per stabilire da che cosa è dovuto.
Ciao.
ricky, son anni che dicono le scorte finiranno nel giro di 50 anni. Tu non sai ancora i giacimenti che 'devono' essere ancora scoperti; il problema è per quanto ancora sarà la fonte d'energia più conveniente. Per il prezzo, ci sarebbe da opinare fino alla noia per stabilire da che cosa è dovuto.
Ciao.
Vic, ho un partner che si occupa proprio di energia...
dice esattamente le cose che dice gianluca.... scorte ce ne sono ancora tante - ma sta per iniziare la fase calante (quella insomma della progressiva riduzione, solo che se cerco di essere precisa, rischio di impantanarmi in cofecchiate - cioè - petrolio ce n'è ancora tantissimo, ma non così tanto: pochi decenni, e sarà davvero un superlusso...)-
Ciao, non c'è problema, gli Amish ce la fanno benissimo...
dice esattamente le cose che dice gianluca.... scorte ce ne sono ancora tante - ma sta per iniziare la fase calante (quella insomma della progressiva riduzione, solo che se cerco di essere precisa, rischio di impantanarmi in cofecchiate - cioè - petrolio ce n'è ancora tantissimo, ma non così tanto: pochi decenni, e sarà davvero un superlusso...)-
Ciao, non c'è problema, gli Amish ce la fanno benissimo...
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il giusto prezzo del petrolio
Forse non sappiamo esattamente da cosa è dovuto ma abbiamo un'idea alquanto precisa di quali costi dovrebbe incorporare, primo tra tutti quello dell'inquinamento, che nella realtà economica non viene considerato; ad es. i costis anitari dovuti ai casi di bronchite cronica, di tumori al polmone, di leucemie indotte dal benzene, per parlare delle malattie eclatanti.
Se poi vogliamo considerare i suoi effetti combinati con : uno stile di vita sedentario, un'alimentazione errata e povera di vitamine e antiossidanti, l'interazione con altri agenti inquinanti (interazione che la scienza, stranamente, tutta attenta com'è a capire la complessità del reale, non prende in nebchè minima considerazione, scoprirebbe effetti interagenti che non sarebbero graditi all'establishment politico-economico) sarebbe veramente da metterci le mani fra i capelli.
I costi sociali: ad es. i danni dell'inquinamento alle opere d'arte, ai monumenti storici all'aperto, ai marmi dei portici, delle fontane, all'imbrunimento delle facciate degli edifici, anche questi sono costi.
Di sicuro il prezzo del petrolio dovrebbe comprendere se non tutti almeno una minima parte di questi costi, in modo che con l'introito si riparino i danni che esso provoca.
Beppe Grillo e coll. hanno detto che il giusto prezzo della benzina dovrebbe essere di 5 euro al litro. Forse troppo, ma d'altra parte il petrolio è comunque destinato ad aumentare di prezzo. Indipendentemente dal fatto che esso durerà ancora per una decina di anni, prima o poi dovremo fare i conti con la sua scarsità, o perlomeno con il suo costo sui mercati mondiali. Ormai si vede, è inutile negarlo; sotto i 55 dollari al barile non scende; tende a oscillare lungo la gamma di valori tra 55 e 60, a volte sforando il limite superiore.
Quello che secondo me dovrebbe essere fatto sono due cose:
1) da parte dei governi ci dovrebbe essere un riorientamento degli investimenti energetici su eolico, solare, idroelettrico (ove non danneggi eccessivamente i fiumi e le specie marine di acqua dolce), gas da biomassa, puntare sull'idrogeno e il mondo scientifico darsi da fare per inventare modelli di auto che consumino meno. Non sono d'accordo sul nucleare, ancora non si è riusciti a trovare una soluzione accettabile per smaltire le scorie.
2) però anche noi consumatori possiamo fare qualcosa, anzi, specialmente noi, perchè i governanti e l'establishment dell'energia assumono a motivazione del loro operato proprio la domanda di energia che è in costante aumento e che dipende proprio da noi; se il governo si fa mandante di una nostra esigenza (moderna) è solo ridefinendo e ridimensionando la nostra esigenza che possiamo credere di poter cambiare lo stato delle cose. I discorsi su questo argomento ormai si sprecano; la crisi dei valori e l'affermarsi dell'individualismo non permettono all'umanità di raggiungere il suo punto critico nella coscienza collettiva; quel punto critico oltrepassato il quale ognuno di noi si trende conto di essere interconnesso con il resto dell'umanità e che quello che fa si ripercuote su tutti e alla fine su se stesso. Io già ho fatto questo passo, tant'è che la macchina (sembrerà incredibile ma non la prendo da 10 anni) non la uso; per spostarmi prendo i mezzi pubblici, che sono meno inquinanti, il treno, la metro, qualche volta la bici, spesso a piedi e ho ridefinito, assieme ai trasporti, il mio stile di vita, che per me non ha comportato rinunce eccessive; dei sacrifici, certo, ci sono, è naturale che ci siano, altrimenti il cambiamento non è un vero cambiamento ma solo un modo per prendersi in giro.
Non è facile prendere la decisione di ridimensionare il proprio stile di vita (trasporti, fare la spesa, dove farla, cosa comprare etc...) ma è sempre possibile; l'unico ingrediente è l'intenzione, la volontà. E' tutto qua. Tanto semplice quanto difficile. A mio parere ritengo prioritario, nella nostra vita di ogni giorno, un cambiamento di valori: si deve passare dall'individualismo al colllettivismo, dall'egoismo al rispetto delle regole di pacifica convivenza, solo così sarà possibile evitare la catastrofe che si preannuncia all'orizzonte.
Una catastrofe che è composta da ogni singolo atto, di 6,5 miliardi di persone; è composta da ogni singola omissione, da ogni singola inerzia. Quello che conta fare adesso è sviluppare una seria politica di prevenzione, in modo da non tovarci impreparati quando dovremo affrontare situazioni spiacevoli e dover prendere decisioni difficili, impopolari ma necessarie.
E' chiaro che la transizione non sarà indolore ma ogni giorno che passiamo nella beata incoscienza non farà che rendere più doloroso di quello che dovrebbe essere il momento della resa dei conti; sì, è vero che alcuni geologi dicono che non c'è da preoccuparsi, altri dicono che nel 2008 ci sarà una drastica transizione, ma alla fine, alla fine sarà la realtà a farcelo vedere. Se ci troverà impreparati, peggio per noi, peggio per tutti. Quel che è sicuro è che di fronte alla realtà non si scappa, non ci sono vie di fuga, a meno che uno non sia così sciocco da costruirsi castelli di illusione sulle nuvole, come fanno gli psicotici, che vivono in un mondo immaginario.
Anche se uno non vuole vederla la realtà rimane sempre quella; meglio è se ci rendiamo conto che possiamo ancora fare qualcosa, non è molto, abbiamo perso parecchio tempo nel fare disquisizioni, chiacchiere, troppo nell'enunciare belle dichiarazioni e carte d'intenti, adesso è ora di agire, di fare delle scelte. Se non le faremo sarà la realtà materiale a prenderle al posto nostro, ma con le sue modalità, che non mettono al primo posto la democrazia ma la lotta per la sopravvivenza. Se vogliamo questo, allora basta mettersi in poltrona a guardare cosa succede e non muovere un dito. Forse sono troppo categorico, ma la situazione non consente ulteriori tergiversazioni, e se sono così schietto e diretto è perchè non vi ritengo stupidi, al contrario siete persone intelligenti, che non hanno bisogno di stolidi eufemismi, la cui funzione, in bocca ai politici, agli scienziati di turno in TV, è unicamente quella di non agitare le acque dell'opinione pubblica. Se c'è una scelta da prendere, questa va presa, basta.Se è necessario, non ci sono alternative.
Se poi vogliamo considerare i suoi effetti combinati con : uno stile di vita sedentario, un'alimentazione errata e povera di vitamine e antiossidanti, l'interazione con altri agenti inquinanti (interazione che la scienza, stranamente, tutta attenta com'è a capire la complessità del reale, non prende in nebchè minima considerazione, scoprirebbe effetti interagenti che non sarebbero graditi all'establishment politico-economico) sarebbe veramente da metterci le mani fra i capelli.
I costi sociali: ad es. i danni dell'inquinamento alle opere d'arte, ai monumenti storici all'aperto, ai marmi dei portici, delle fontane, all'imbrunimento delle facciate degli edifici, anche questi sono costi.
Di sicuro il prezzo del petrolio dovrebbe comprendere se non tutti almeno una minima parte di questi costi, in modo che con l'introito si riparino i danni che esso provoca.
Beppe Grillo e coll. hanno detto che il giusto prezzo della benzina dovrebbe essere di 5 euro al litro. Forse troppo, ma d'altra parte il petrolio è comunque destinato ad aumentare di prezzo. Indipendentemente dal fatto che esso durerà ancora per una decina di anni, prima o poi dovremo fare i conti con la sua scarsità, o perlomeno con il suo costo sui mercati mondiali. Ormai si vede, è inutile negarlo; sotto i 55 dollari al barile non scende; tende a oscillare lungo la gamma di valori tra 55 e 60, a volte sforando il limite superiore.
Quello che secondo me dovrebbe essere fatto sono due cose:
1) da parte dei governi ci dovrebbe essere un riorientamento degli investimenti energetici su eolico, solare, idroelettrico (ove non danneggi eccessivamente i fiumi e le specie marine di acqua dolce), gas da biomassa, puntare sull'idrogeno e il mondo scientifico darsi da fare per inventare modelli di auto che consumino meno. Non sono d'accordo sul nucleare, ancora non si è riusciti a trovare una soluzione accettabile per smaltire le scorie.
2) però anche noi consumatori possiamo fare qualcosa, anzi, specialmente noi, perchè i governanti e l'establishment dell'energia assumono a motivazione del loro operato proprio la domanda di energia che è in costante aumento e che dipende proprio da noi; se il governo si fa mandante di una nostra esigenza (moderna) è solo ridefinendo e ridimensionando la nostra esigenza che possiamo credere di poter cambiare lo stato delle cose. I discorsi su questo argomento ormai si sprecano; la crisi dei valori e l'affermarsi dell'individualismo non permettono all'umanità di raggiungere il suo punto critico nella coscienza collettiva; quel punto critico oltrepassato il quale ognuno di noi si trende conto di essere interconnesso con il resto dell'umanità e che quello che fa si ripercuote su tutti e alla fine su se stesso. Io già ho fatto questo passo, tant'è che la macchina (sembrerà incredibile ma non la prendo da 10 anni) non la uso; per spostarmi prendo i mezzi pubblici, che sono meno inquinanti, il treno, la metro, qualche volta la bici, spesso a piedi e ho ridefinito, assieme ai trasporti, il mio stile di vita, che per me non ha comportato rinunce eccessive; dei sacrifici, certo, ci sono, è naturale che ci siano, altrimenti il cambiamento non è un vero cambiamento ma solo un modo per prendersi in giro.
Non è facile prendere la decisione di ridimensionare il proprio stile di vita (trasporti, fare la spesa, dove farla, cosa comprare etc...) ma è sempre possibile; l'unico ingrediente è l'intenzione, la volontà. E' tutto qua. Tanto semplice quanto difficile. A mio parere ritengo prioritario, nella nostra vita di ogni giorno, un cambiamento di valori: si deve passare dall'individualismo al colllettivismo, dall'egoismo al rispetto delle regole di pacifica convivenza, solo così sarà possibile evitare la catastrofe che si preannuncia all'orizzonte.
Una catastrofe che è composta da ogni singolo atto, di 6,5 miliardi di persone; è composta da ogni singola omissione, da ogni singola inerzia. Quello che conta fare adesso è sviluppare una seria politica di prevenzione, in modo da non tovarci impreparati quando dovremo affrontare situazioni spiacevoli e dover prendere decisioni difficili, impopolari ma necessarie.
E' chiaro che la transizione non sarà indolore ma ogni giorno che passiamo nella beata incoscienza non farà che rendere più doloroso di quello che dovrebbe essere il momento della resa dei conti; sì, è vero che alcuni geologi dicono che non c'è da preoccuparsi, altri dicono che nel 2008 ci sarà una drastica transizione, ma alla fine, alla fine sarà la realtà a farcelo vedere. Se ci troverà impreparati, peggio per noi, peggio per tutti. Quel che è sicuro è che di fronte alla realtà non si scappa, non ci sono vie di fuga, a meno che uno non sia così sciocco da costruirsi castelli di illusione sulle nuvole, come fanno gli psicotici, che vivono in un mondo immaginario.
Anche se uno non vuole vederla la realtà rimane sempre quella; meglio è se ci rendiamo conto che possiamo ancora fare qualcosa, non è molto, abbiamo perso parecchio tempo nel fare disquisizioni, chiacchiere, troppo nell'enunciare belle dichiarazioni e carte d'intenti, adesso è ora di agire, di fare delle scelte. Se non le faremo sarà la realtà materiale a prenderle al posto nostro, ma con le sue modalità, che non mettono al primo posto la democrazia ma la lotta per la sopravvivenza. Se vogliamo questo, allora basta mettersi in poltrona a guardare cosa succede e non muovere un dito. Forse sono troppo categorico, ma la situazione non consente ulteriori tergiversazioni, e se sono così schietto e diretto è perchè non vi ritengo stupidi, al contrario siete persone intelligenti, che non hanno bisogno di stolidi eufemismi, la cui funzione, in bocca ai politici, agli scienziati di turno in TV, è unicamente quella di non agitare le acque dell'opinione pubblica. Se c'è una scelta da prendere, questa va presa, basta.Se è necessario, non ci sono alternative.