Gianluca, pietà, fammi un riassunto...
qua a milano fa caldo, sono ipermetrope, sii clemente dai che quello che dici mi interessa.... ma mi cavo gli occhi a leggere tutto (e devo finire la valigia!)
sul petrolio, ai chimici
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riassunto
Quello che voglio dire è che occorre disperatamente rompere la lunga catena delle inerzie. Inerzie individuali che si trasformano in inerzie collettive, ancor più difficili da rompere. Cioè, la situazione attuale è tale che genera un Effetto Pigmalione. Poichè nessuno vuole prendere una decisione, nessuno vuole fare il primo passo per spezzare la catena, e il risultato è la stagnazione, il non-cambiamento, che non sarà eterno. Per spezzare un anello retroattivo positivo come questo (detto volgarmente circolo vizioso) ci sono due soluzioni : o la società si rende conto che vanno fatti dei cambiamenti e li attua, oppure la dinamica chimico-fisica della materia vivente ci metterà di fronte ad un ultimatum : vivere o morire.
Vedete voi quale delle soluzioni è accettabile. Se si adotta una posizione "realista" o "pessimista" allora l'unica cosa da fare è mettersi già nella bara.
Quello che ci serve è :
1 - un atto di coraggio, per iniziare noi stessi il cambiamento nei nostri acquisti quotidiani, nei nostri spostamenti quotidiani etc...
2 - uno sforzo di volontà, per superare la resistenza iniziale (e temporanea) al cambiamento, che è naturale che ci sia, e occorre sapere che la si può superare. Questa resistenza è fatta di frustrazioni, paure, ansie, desideri repressi. In questo caso vi sono due strade : cambiare atteggiamento, che comporta un cambio di comportamento, oppure (come ho fatto io) un cambiamento di comportamento, anche se inizialmente non si è molto convinti, che in seguito fa cambiare l'atteggiamento. Il pensiero determina l'azione e la influenza, ed è vero anche il contrario. Non è detto che si debba per forza partire dal pensiero. Se si è molto pragmatici si può anche partire dall'altro estremo.
3 - uno sforzo di immaginazione, senza il quale siamo vinti in partenza dalle tentazioni del fatalismo e del passivismo.
La classica frase "io non posso farci nulla"; è l'essenza del passivismo; "tanto non serve a niente", l'essenza del fatalismo. No, niente è scritto per sempre. Possiamo cambiare, abbiamo ancora spazi e margini di manovra, ma dobbiamo cercare di andare "oltre le apparenze della realtà presente" e vedere le potenzialità del futuro. E' importante farlo con equilibrio, con forza d'animo e solidità di intenti, che sia temperata dal sorriso di chi sa che fa un sacrificio, e proprio per questo, in onore alla sua etimologia, facere-sacrum, rende la sua scelta più vicina alla sfera dei valori e dell'etica della vita.
Vedete voi quale delle soluzioni è accettabile. Se si adotta una posizione "realista" o "pessimista" allora l'unica cosa da fare è mettersi già nella bara.
Quello che ci serve è :
1 - un atto di coraggio, per iniziare noi stessi il cambiamento nei nostri acquisti quotidiani, nei nostri spostamenti quotidiani etc...
2 - uno sforzo di volontà, per superare la resistenza iniziale (e temporanea) al cambiamento, che è naturale che ci sia, e occorre sapere che la si può superare. Questa resistenza è fatta di frustrazioni, paure, ansie, desideri repressi. In questo caso vi sono due strade : cambiare atteggiamento, che comporta un cambio di comportamento, oppure (come ho fatto io) un cambiamento di comportamento, anche se inizialmente non si è molto convinti, che in seguito fa cambiare l'atteggiamento. Il pensiero determina l'azione e la influenza, ed è vero anche il contrario. Non è detto che si debba per forza partire dal pensiero. Se si è molto pragmatici si può anche partire dall'altro estremo.
3 - uno sforzo di immaginazione, senza il quale siamo vinti in partenza dalle tentazioni del fatalismo e del passivismo.
La classica frase "io non posso farci nulla"; è l'essenza del passivismo; "tanto non serve a niente", l'essenza del fatalismo. No, niente è scritto per sempre. Possiamo cambiare, abbiamo ancora spazi e margini di manovra, ma dobbiamo cercare di andare "oltre le apparenze della realtà presente" e vedere le potenzialità del futuro. E' importante farlo con equilibrio, con forza d'animo e solidità di intenti, che sia temperata dal sorriso di chi sa che fa un sacrificio, e proprio per questo, in onore alla sua etimologia, facere-sacrum, rende la sua scelta più vicina alla sfera dei valori e dell'etica della vita.
Trovo che le tue siano sagge e sante parole, da sottoscrivere al 100%.
Ma sai dove vedo io un enorme problema - è nello sfruttamento del terzo mondo, nonchè nella drammatica industria della guerra.
Non sono alibi per non fare niente, beninteso.
Tu hai ragione al 100% -
Il rischio è che le scelte della popolazione civile, e colta, e attenta - possano diventare l'unico baluardo a cui i potenti della terra si agganciano, cioè il rischio è quello di fornire loro su un piatto d'argento la mascheratura di nefandezze planetarie.
Spero, Gianluca, di essermi spiegata...
Ciao
R.-
Ma sai dove vedo io un enorme problema - è nello sfruttamento del terzo mondo, nonchè nella drammatica industria della guerra.
Non sono alibi per non fare niente, beninteso.
Tu hai ragione al 100% -
Il rischio è che le scelte della popolazione civile, e colta, e attenta - possano diventare l'unico baluardo a cui i potenti della terra si agganciano, cioè il rischio è quello di fornire loro su un piatto d'argento la mascheratura di nefandezze planetarie.
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non ho capito
Il rischio è che le scelte della popolazione civile, e colta, e attenta - possano diventare l'unico baluardo a cui i potenti della terra si agganciano, cioè il rischio è quello di fornire loro su un piatto d'argento la mascheratura di nefandezze planetarie.
Spero, Gianluca, di essermi spiegata...
Veramente non ho capito. Baluardo non significa difesa? Se i potenti della terra si trovano davanti una collettività salda e forte nelle sue scelte di vita, e la domanda è poca ( magari ci sono alcuni prodotti che necessariamente hanno bisogno del petrolio), che senso avrebbe per loro fomentare guerre nei Paesi del Terzo Mondo per accappararsi pozzi di petrolio se poi i prodotti a base petrolifera venissero sistematicamente boicottati sul mercato e lasciati invenduti?
Spero, Gianluca, di essermi spiegata...
Veramente non ho capito. Baluardo non significa difesa? Se i potenti della terra si trovano davanti una collettività salda e forte nelle sue scelte di vita, e la domanda è poca ( magari ci sono alcuni prodotti che necessariamente hanno bisogno del petrolio), che senso avrebbe per loro fomentare guerre nei Paesi del Terzo Mondo per accappararsi pozzi di petrolio se poi i prodotti a base petrolifera venissero sistematicamente boicottati sul mercato e lasciati invenduti?