Biotecnologia: cosa è?

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Carla65
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Messaggio da Carla65 » dom lug 10, 2005 3:21 pm

Non so perché la discussione abbia preso questa piega. Vorrei di nuovo distinguere tra lo strumento e l'agente. Lo strumento è l'ingegneria genetica che di per sé è neutra, non è né buona né cattiva. L'agente, l'uomo cioè, e con lui i suoi fini, può essere buono o cattivo. Io sono per la ricerca scientifica e quindi per l'ingegneria genetica se questa ci può aiutare a vivere meglio. So quali siano i rischi, ma questo non mi sembra un motivo per rifiutarla. Quando si parla di ogm e di comportamenti lesivi delle libertàli da parte di qualcuno, stiamo parlando degli agenti, di uomini che usano uno strumento, di per sé neutro, e lo finalizzano verso qualcosa di cui, io direi, ancora non conosciamo gli effetti, oppure, di uomini che non conoscendo ancora gli effetti degli ogm cercano comunque di farne profitto a spese del consumatore ignaro. Ma di ogm so poco e non voglio entrare in discussione. Il punto è che il nostro paese avrebbe dovuto, se voleva difendere gli interessi dei propri cittadini, accettare la sfida ed entrare nella ricerca sugli ogm, che magari invece sono una risorsa per il futuro. Invece, succederà che subiremo le conclusioni che qualcun altro tirerà senza poter avere una nostra posizione. E poi, francamente, mi spiegate cosa è naturale? Da quando è nato, l'uomo manipola la natura ai propri fini e quello che siamo oggi è il frutto di una serie di manipolazioni infinite. Smettiamola di pensare che oggi stiamo peggio e informiamoci piuttosto, stiamo attenti ma con gli occhi rivolti al domani e la mente aperta. Vittorio Urbani, radicale, dovrebbe saperlo cosa significa guardare avanti senza pregiudizi, visto che è la cosa che i radicali hanno sempre fatto, prevenire il futuro, anticiparlo. L'uomo è natura e quello che fa è natura. Lo so che è una affermazione apparentemente sbagliata e preoccupante. Ma mi aiuta a pensare con la mente aperta e a discernere ciò che è potenzialmente dannoso e ciò che è potenzialmente utile, e spesso le cose coincidono. Scusate la lunghezza del discorso, spero di essere stata chiara.
Carla

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Riky
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Messaggio da Riky » dom lug 10, 2005 4:44 pm

Sono proprio d'accordo con te Carla - il fatto è che lo spirito scientifico e speculativo manca totalmente agli Italiani. Noi abbiamo sempre molte certezze e pochissima curiosità di indagare... Spariamo a destra e a manca contro le idee, le scoperte, etc etc etc di qualcuno o di qualcosa, senza a nostra volta supportare le nostre parole con FATTI seri e riproducibili.
E i fatti in questo caso possono derivare da un lavoro scientifico sistematico,analitico, serio, e non dall'ideologia.
E' come se gli Italiani fossero tutti allo stadio adolescenziale delle certezze, del bianco o del nero, della pura ideologia (e chi di noi non lo è stato, e non lo è ancora in parte? tutti penso).
Comunque, per tornare ai fatti, qua si parla di un batterio che, per una modificazione genetica, produce acido ialuronico. Il quale acido ialuronico è una molecola utile non solo alla cosmesi e alla bellezza (serve anche in oftalmoplogia, in ortopedia, in reumatologia).
Ma vorrei ricordare che poichè la cosmesi e la bellezza possono contribuire al miglioramento della qualità della vita, anch'esse rientrano in un ambito sanitario di "medicina della qualità della vita".
E una migliore qualità di vita, per meccanismi neuroendocrini, contribuisce a sua volta a migliorare lo stato di salute dell'organismo umano.
Ergo, la cosmesi migliora la salute.
E' paradossale, ma vero...
Riky

vittorio urbani

Messaggio da vittorio urbani » dom lug 10, 2005 5:54 pm

il dilemma è se sia etico o no modificare il batterio per produrre ciò che vogliamo, perchè se vale per il batterio perchè non per organismi pluricellulari, qualsiasi, al fine di alleviare l'umanità dall'afflizione della sofferenza e della malattia?

Io comincio a credere che non ci sia una risposta univoca, ma il frutto di esperienze personali a formare una coscienza autonoma. Poi ci si confronta nel rispetto l'uno delle opinioni dell'altro per una mediazione.

Ricky io credo di pensarla più o meno come te, ma come la si mette con l'etica e la ricerca scientifica? Non tutti la si pensa alla stessa maniera.

gianluca
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Messaggio da gianluca » dom lug 10, 2005 6:18 pm

In effetti sono stato abbastanza polemico nell'accendere la discussione OGM sì OGM no. Forse quello che dico è un pò OFF TOPIC ma è un discorso che secondo me vale la pena affrontare in questo post.
Come si può pensare di slegare agente e strumento ? E' l'agente che usa lo strumento, lo strumento da solo non può fare nulla. Cioè, non vorrei che dietro questo modo di pensare - legittimo e anche razionale,per carità - si nascondesse in realtà il tentativo di deresponsabilizzare l'agente, che non è solo l'industria, ma siamo anche noi, perchè anche l'uomo comune che di OGM non se sa niente è in fondo complice del sistema.
Tutto è strumento. Il denaro è uno strumento, e infatti vediamo come l'uomo lo usa male. La bioingegneria è anch'essa uno strumento, ma viene usata secondo un criterio non etico. Che poi essa porti dei benefici, questo è tutto da dimostrare. Io, come cittadino e consumatore, chiedo e pretendo, grazie al mio potere d'acquisto, di essere tutelato, con l'etichetta trasparente per quanto riguarda le informazioni per distinguere i cibi OGM da quelli non-OGM,indipendentemente se essa sia utile o meno, perchè è un principio democratico inderogabile, prima di tutto, poi ci vorrebbe una bella società di assicurazioni che si prenda la briga di mettere un premio assicurativo sugli OGM, nel caso qualcosa andasse storto, è giusto che ci sia chi paghi per i danni subiti. Questo non c'è perchè nessuno vuole assumersi il rischio di perdere la faccia.
Ammettiamo per un momento che la bioingegneria sia uno strumento che si rivelerà benefico e utile per l'umanità? Ma chi vi dice che le industrie la useranno per quel fine? Ragion per cui è impossibile slegare l'agente dallo strumento, per quanto esso sia oggettivamente ( e presumibilmente, dato che non ci è dato saperlo in anticipo)utile e benefico; se nell'agente non sussistono le buone intenzioni, lo strumento verrà usato male. Ora, a costo di sembrare noioso e pedante, nessuno, penso, è così ingenuo da credere che le industrie del Biotech useranno la bioingegneria a scopi umanitari; tutt'altro; ne approfitteranno per specularci sopra. Lo abbiamo visto nel loro losco piano di occultare le informazioni in etichetta; questo per me è sufficiente per dubitare fortemente dei prodotti OGM. Nel caso invece avessero fatto le cose alla luce del sole, senza scomodare il WTO e dando la possibilità di riflettere prima di agire, allora gli avrei dato fiducia. Dato che non l'hanno fatto sono costretto a pensare che hanno qualcosa da nascondere, pertanto diffido degli OGM.
Anch'io sono per la ricerca scientifica, ma questa deve essere condotta secondo i criteri della massima sicurezza, e non della liceità di agire in pieno campo, liceità data da un abuso di potere.

Invece, succederà che subiremo le conclusioni che qualcun altro tirerà senza poter avere una nostra posizione.

Non concordo con questa conclusione. Voglio ricordare che esiste una legislazione in merito, ci sono catene di supermercati (la COOP, ad esempio) che hanno tolto dalla loro filiera distributiva prodotti OGM, idem vale per il commercio equo. Che cosa dobbiamo subire, se l'etichetta ci dice se il tal prodotto è OGM o meno? Non lo si compra. Punto e basta. Lo spirito di questo Forum è proprio quello di difendere i nostri diritti di consumatori, e per esteso di risvegliare la nostra consapevolezza critica, di far sì che ci siano persone pronte a fare scelte coraggiose, a ricordarci che c'è ancora un movimento di protesta collettiva che si mobilita per portare avanti in prima fila sui banchi degli EuroParlamentari i diritti delle persone, primo fra tutti quello all'informazione.Cosa c'è da subire? mi chiedo. Non vorremo mica buttare all'aria 40 anni di movimenti collettivi di boicottaggio? Non si subisce mai, se non quando lo si vuole noi stessi. Ci si può sempre opporre alla dittatura del mercato (i cibi spazzatura, le scorie radioattive, i cibi OGM non dichiarati in etichetta), è sufficiente disertare i prodotti, lasciarli sui banchi dei super. Mi pare che la posizione dell'Italia sia molto chiara, e, per quanto pregiudizievole, sotto un certo punto di vista la ritengo coraggiosa, perchè volta a tutelare la diversità gastronomica, i prodotti tipici e biologici e una qualità del cibo più che eccellente. Pensiamo alla pasta, che in Italia, per regio decreto, la si può fare solo con semola di grano duro, e non anche con la farina di grano tenero, come invece fanno in molti paesi europei. Non so se questo decreto della pasta sia stato recentemente messo in discussione e abbiano "aperto" al commercio anche la pasta tenera. Sta di fatto che la pasta di grano tenero è collosa, scuoce e non regge la cottura.
Questa è apertura, sì, magari ci sarà qualcuno che la compra, io posso sperare che sia la domanda, cioè i consumatori che la radieranno dal mercato lasciandola ammuffire sugli scaffali, perchè di pessima qualità.

stiamo attenti ma con gli occhi rivolti al domani e la mente aperta

Mente aperta significa forse accogliere indiscriminatamente tutto ciò che ci viene incontro? Non credo, come prima cosa dovremmo saper distinguere ciò che ci fa bene da ciò che ci fa male. E' vero che questo è una sorta di manicheismo, che spesso nella realtà ciò che è potenzialmente dannoso coincide con ciò che è potenzialmente utile, che la vita non è un aut aut, bianco e nero, ma credo che non dovremmo perdere la capacità di vedere le cose in maniera "etica", cioè vedere le cose da un punto di vista che sia altro (e superiore) dalla pura e squallida razionalità, che vada aldilà del mero esercizio del cost model, dell'analisi costi/benefici. Soprattutto quando un modello economico come quello attuale fa sì che i costi vengamo esternalizzati (li paga la collettività, tutti se ne fanno carico, anche chi non c'entra niente) mentre i vantaggi vanno a favore di potenti elìte del commercio globale.
Ritengo essenziale che in una democrazia come la nostra non ci sia un progresso già definito (da chi, poi? dai soliti potenti?) e che ogni novità vada sottoposta ad un processo decisionale orizzontale, che ci sia la possibilità di un dialogo fra le parti, che sia orientata al benessere di tutti nel presente come nel futuro. Credo che sia questo il senso della sostenibilità. E che il progresso vada deciso(come detto prima), definito e messo in discussione. Quando si dice "accadrà questo e quest'altro, volenti o nolenti" "il progresso non si ferma", ebbene, di fronte a queste affermazioni totalitarie occorre sollevare proteste che spezzino questi totalitarismi (degli OGM, delle centrali nucleari, del petrolio etc...), lasciar parlare l'azione del consumo critico, non declamare ma passare ai fatti, lanciare boicottaggi, fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire che la società si trasformi in un totalitarismo. Se per impedire questa degenerazione in dittatura si deve rischiare di passare per dogmatici e fanatici, allora io sarò il primo della fila, perchè i problemi sociali, di disparità del potere e della libertà di informazione non possono essere disgiunti dai problemi ecologici e sanitari, così come lo strumento dall'agente che lo usa.

Fabrizio Zago
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Messaggio da Fabrizio Zago » dom lug 10, 2005 6:47 pm

Carissimi,
in effetti la discussione ogm sì o ogm no non mi sembra molto OT. In effetti è come parlare di siliconi sì o siliconi no!
La mia posizione è molto semplice ma merita alcune premesse:
- non è vero che "solo" gli italiani siano ostinatamente anti OGM, molte popolazioni lo sono sia europee che non.
- c'è un errore di fondo rispetto al tema trattato e cioè che l'adozione di tecniche ogm sia dettata da spirito scintifico, no! Sono i soldi a determinare le scelte.
- una sostanza è da valutare in quanto tale e non "solo" per la sua origine. L'acido jaluronico sarà ugualmente efficace se estratto da animale opuure ottenuto con biotecnologie. Dal punto di vista cosmetico applicativo non c'è nessuna differenza solo che nel primo caso intervengono considerazioni di tipo etico (uccisione dell'animale).
In questi casi io mi regolo con un concett oche ho già tentato (senza troppa fortuna direi) di insinuare nella discussione e cioè il concetto di "Convivialità" che in sintesi vuol dire che se una cosa mi aiuta a vivere meglio a Con-vivere con l'ambiente che mi sta attorno, ebbene quella cosa mi interessa e la apprezzo, la voglio!
Si può essere antiplastica però vorrei che chi lo è lo vada a raccontare a chi ha una protesi dell'anca in teflon. Si può essere contro i vaccini ma sarebbe meglio andare a farsi un giretto in Africa e vedere i bimbi morire di malattie "stupide".
Poi c'è però la Nemesi Medica (gran libro) che ci fornisce un bilancio in cui i vantaggi della medicina e quelli provocati dalla stessa sia, ahimè, molto poco a vantaggi della prima.
Chiudo dicendo che gli ogm se servono, quindi se sono conviviali e se gli studi ne garantiscono un impatto leggero e controllabile, ebbene non vedo perchè non si debbano prendere in considerazione. Quello che non mi va bene è che la stragrande maggioranza della Soja sia ogm senza aver fatto studi seri, offendendo la biodiversità, mettendo a repentaglio il patrimonio genetico nativo, insomma se vedessi l'applicazione delle biotecnologie mosse da principi di convivialità e non dal denaro sarei più tranquillo.
Ciao
Fabrizio

gianluca
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conclusione

Messaggio da gianluca » dom lug 10, 2005 8:12 pm

E che soprattutto sia riportato in etichetta.

Carla65
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Messaggio da Carla65 » lun lug 11, 2005 10:36 am

Temo che ci sia un problema di comprensione e un pregiudizio di fondo nelle parole di Gianluca. La maggior parte delle cose che dici non sono affatto implicite nei miei interventi, leggi meglio (a mente aperta). La cosa vale in parte anche per Fabrizio Zago.
Carla

Fabrizio Zago
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Messaggio da Fabrizio Zago » lun lug 11, 2005 6:37 pm

Cara Carla65,
ho riletto, con più calma, i tuoi interventi e non vedo proprio cosa dovrei "aprire" della mia mente per risolvere il fraintendimento di cui parli. Insomma la frase "La cosa vale in parte anche per Fabrizio Zago." non l'ho capita, se me la vuoi spiegare ti sarò eternamente grato.

Poi, già che ci sono, voglio farti un esempio del pericolo OGM così mi spiego meglio.
Nella produzione di enzimi (ottime sostanze per lavare i panni) si usano dei microrganismi modificati geneticamente, ebbene l'enzima che ne esce è perfettamente identico a quello "naturalmente" ottenuto con batteri "normali", fin qui tutto bene. ma poniamo adesso che per un incidente qualsiasi una colonia di questi batteri OGM esca dallo stabilimento e finisca nelle acque di scarico e quindi nei mari, fiumi e laghi. Noi, al momento attuale non sappiamo quello che può succedere ma c'è l'opinione diffusa che questi superbatteri occupino l'abitat naturalmente occupato dai batteri normali e che quindi si finisca per sostituirli con gli OGM.
A cosa servono i batteri normali? Possono servire a milioni di cose e se non ce ne sono più perché sostituiti dagli OGM capisci che è un bel problema. Detto questo quindi è vero che non si può essere contr ola scienza ma contro la speculazione sì che si può essere contro, anzi si deve.
Chiudo citando un passaggio dei criteri di assegnazione del marchio ecologico di qualità Ecolabel: Il fabbricante deve produrre un certificato analitico in cui si dimostri che gli enzimi non contengano forme vitali degli organismi da cui vengono prodotti.
Ciao
Fabrizio

gianluca
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risposta a Carla

Messaggio da gianluca » lun lug 11, 2005 7:55 pm

Ma veramente l'ultima battuta è stata per Fabrizio. Lo so benissimo che non è implicito nel tuo discorso il fatto della libera informazione, dei processi di trasparenza e della speculazione finanziaria. Proprio per questo io ho voluto accendere un faro in questa direzione, affinchè non si faccia solo un discorso scientifico, che se non è collegato ai problemi sociali di giustizia, equità e sostenibilità, è, secondo me , solo uno sterile esercizio retorico, un nozionismo fine a se stesso.
Quello che volevo dire è infatti che la scienza non può essere disgiunta dalle decisioni "democratiche" che la società prende quando vuole imboccare determinati percorsi.
Altrimenti si trasforma in totalitarismo. Io mi auguro che tu sia dalla parte dei valori dell'ONESTA', della TRASPARENZA e della SOSTENIBILITA'. ONESTA' vuol dire che se la gente, collettivamente, decide che gli OGM sono un rischio inaccettabile, e li lascerà marcire sugli scaffali, la scienza, e il mondo economico, dovranno adeguarsi alla volontà generale; altrimenti torniamo allo Stalinismo, al fascismo.
Non credo che sia questo il risultato che auspichi. Tu dici "meno male che c'è la libertà di fare ricerca da altre parti"; beh, questo è democrazia. Non penso che si possano fare discorsi in cui si mette da parte la "democrazia"; vuol dire che se c'è una novità, questa dovrebbe coesistere con la "tradizione" (se così vogliamo chiamarla) e non si può obbligare la gente ad abbandonare la tradizione solo perchè è venuta una novità, come gli OGM. Che vengano, ma devono essere prima testati in laboratorio, devono essere sicuri e assicurati, devono lasciare spazio anche all'agricoltura tradizionale e biologica, altrimenti è prepotenza.
Devono essere "trasparenti", cioè io consumatore devo avere il diritto inalienabile di sapere cosa mangio, perchè così posso decidere se voglio un prodotto OGM o un prodotto tradizionale. Questo infatti nel tuo discorso non c'è e la ritengo una carenza grave.
Potrei pensare, se voglio essere cattivo, che il fatto che non hai citato la libertà di informazione, vuol dire che vorresti imporre gli OGM a chi non li vuole, in questo modo, siccome le persone non possono sapere, non possono nemmeno boicottare, e questa è una violazione della libertà individuale.Il discorso che faccio io è indipendente dall'utilità o meno degli OGM e d è generale, lo si può applicare a qualsiasi realtà, ed è un discorso sul quale non sussiste possibilità di dissenso. Paradossalmente la libertà, il fatto che siamo liberi in un paese democratico, è una "dittatura", perchè la libertà è un valore che non può essere messo in discussione; farlo vorrebbe dire abbracciare l'ipotesi di totalitarismi, dittature militari e fascismi di vario genere.
Questo paradosso è il nucleo dell'ideologia, per quanto questo termine sia odiato e malcompreso. Ideologia vuol dire, per me, che ci sono dei principi-base, indiscutibili e inalienabili, su cui la coerenza della società poggia: la libertà, la giustizia, la libera informazione, il libero dissenso, il libero uso dei propri soldi, del proprio tempo, delle proprie energie, in positivo come in negativo. Ideologia significa per me che ci sono dei pilastri alla base della società che ne costituiscono le fondamenta, e che metterli in discussione significherebbe minarne la stabilità.

Questo vuol dire ideologia: un principio secondo me cardine è il diritto ad accedere all'informazione, che tuttora non è rispettato. Chi osa mettere in discussione questo diritto ? Solo uno Stalin, o un Hitler.
E' un paradosso logico, ma è così. Mettere in discussione la libertà vuol dire prendere in ipotesi che la socistà può diventare totalitarismo, e questo è inaccettabile.
Oltre a ciò, secondo me, il concetto di ideologia dovrebbe essere esteso, cioè comprendere la società a livello delle sue leggi di funzionamento, quelle che io chiamo le regole di convivenza.
Sì, le regole di convivenza. La bioetica abbraccia una sfera d'ambito di queste regole. Ci sono anche altre sfere: la famiglia, la religione etc.
In queste regole di convivenza dovrebbe esserci un accordo universale su dei principi-base che devono essere posti come fuori discussione: il diritto alla vita, all'accesso libero all'acqua etc..... e il diritto alla sicurezza dell'ambiente globale. Si devono cioè porre dei limiti, perlomeno dei minimi che garantiscano alla società nel suo insieme di funzionare armonicamente e di non ledere i diritti e le libertà di chi non è ancora nato.Non dico di passare all'ecocentrismo, ma dei limiti, minimi, ci devono essere, altrimenti si sprofonda nell'anarchia, e questo è un altro attacco alla democrazia e alla libertà, perchè nell'anarchia non c'è rispetto nè convivialità. Sto dicendo che dei limiti minimi ci devono essere; nient'altro.E la libertà di informazione rientra tra questi.

Carla65
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Messaggio da Carla65 » lun lug 11, 2005 9:22 pm

Rileggendo in effetti sembra che la mia frase sia un po' minacciosa, ma non era mia intenzione e me ne scuso.
Quello che vorrei sottolineare è che la discussione non verteva su: OGM si OGM no, quanto sull'importanza di fare ricerca anche quando il rischio di strumentalizzazioni è presente, cioè sempre, e di non trincerarsi dietro tale rischio rifiutando per questo di fare ricerca. Mi ripeto, la tradizione italiana è quella di fare grandi battaglie ideologiche contro presunti nemici senza che nessuno, in Italia, possa di fatto verificare se si tratti o meno di nemici. Non posso dire, per principio, sono contro gli ogm ma posso dire sono contro chi, senza adeguata copertura scientifica, ce li propina solo per fare profitti. Ma ha senso che si crei un fronte pro e un fronte contro senza che nessuno si periti di verificare se sti famosi ogm della soia siano o meno pericolosi o sovvertano un equilibrio? Il fatto è che qualcuno li produce e quindi ci deve essere qualcuno che verifica e controlla. Non si può rifiutare e basta. E francamente un po' di razionalità non guasterebbe. Non mi piace dividere il mondo in buoni e cattivi. Credo ci sia un po' più di complessità intorno a noi e sono stufa delle posizioni puramente ideologiche e miopi che governano il nostro paese paralizzandolo, estraniandolo da importanti campi di ricerca (perché i nostri ricercatori se ne vanno?), portandolo alla deriva. Mi ripeto ancora, il mondo va avanti anche senza di noi.
Carla

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Messaggio da gianluca » mar lug 12, 2005 9:12 am

Il fatto è che qualcuno li produce e quindi ci deve essere qualcuno che verifica e controlla.

Cara carla, è proprio questo il punto. C'è di sicuro un organismo di controllo ma i potentati economici della Soybean Connection hanno messo al vertice di questi organismi scienziati pagati per tranquillizzare la gente. Tu ti fideresti di uno scienziato (notizia vera) che ti dice che le noci fanno bene al sistema cardiocircolatorio perchè il loro olio è polinsaturo e quindi fluidifica il sangue e abbassa l' LDL e ad un certo punto vieni a scoprire che questo è pagato dalla Walnut Co. ? E' un chiaro conflitto di interessi. Se vogliono recuperare la fiducia del pubblico, e la mia anche, dovrebbero essere "trasparenti" (ripeterò questa parola fino alla nausea, perchè la trasparenza annulla le opacità del sistema, svela le disnonestà e vanifica i trattati sotto-banco); essere trasparente per uno scienziato significa accedere all'informazione, cioè poter avere la possibilità di sapere da chi tale scienziato è pagato per fare il suo lavoro. In questo modo i conflitti di interessi verrebbero tutti al pettine.


Non si può rifiutare e basta.

Dipende. In una situazione di disparità di potere, dove le grandi multinazionali dell'agribusiness stanno praticamente imponendo un'alimentazione stile McDonald e dalla etichettatura assai poco trasparente,quando non addirittuta inesistente (ristoranti, fast food,take away) in questo caso di abuso di potere è necessario un atto di forza da parte del consumatore e usare il suo potere d'acquisto per rifiutare i prodotti che ritiene sospetti, anche se a prima vista potrebbe sembrare un rifiuto ideologico. Cioè, è ideologico, nel senso che prende di mira quei prodotti che si sono dimostrati assai inclini a non rispettare li libertà mimine che tutelano il consumatore. Nel caso di diritti violati credo non si possa sorvolare e secondo me è necessario un atto di forza da parte del citadino-consumatore.


E francamente un po' di razionalità non guasterebbe. Non mi piace dividere il mondo in buoni e cattivi. Credo ci sia un po' più di complessità intorno a noi e sono stufa delle posizioni puramente ideologiche e miopi che governano il nostro paese paralizzandolo, estraniandolo da importanti campi di ricerca (perché i nostri ricercatori se ne vanno?), portandolo alla deriva.

Ma la razionalità non ti aiuta a capire cosa è accettabile, individualmente e collettivamente, e cosa non lo è. La razionalità ti dice solo che per raggiungere uno scopo (che può essere benissimo lo sganciamento di una bomba nucleare nell'Oceano Indiano) tu devi obbedire al principio della massimizzazione dell'utilità col minimo costo,ma non ti dice se lo scopo è umanamente accettabile o no. Questo te lo dice l'etica. Secondo me disgiungere la razionalità dall'etica è uno sbaglio. Possiamo essere razionali quanto vogliamo, ma alla fine dovremo sempre prendere una decisione sull'accettabilità dello scopo, e questo la razionalità non ce lo può dire.


Mi ripeto ancora, il mondo va avanti anche senza di noi.

Certo, questo lo so benissimo. Qui però voglio sottolineare il grande errore a non cadere nel fatalismo.Il fatto che esistano volontà indipendenti dalla nostra e che, con la loro incoscienza o deliberata malignità, ci fanno condurre un gioco del "prigioniero" dove, anche se noi ci comportiamo bene siamo comunque a rischio perchè pochi, o molti, decidono di inquinare e maltrattare gli ecosistemi, non dovrebbe spingerci ad adottare una posizione fatalistica. Cioè, è un dilemma dal quale è difficile uscire. Le soluzioni sono due: il prigioniero numero 2 sceglie di dire la verità perchè non si aspetta che l'altro lo copra, sa che l'altro prigioniero ha interesse a mentire,il risultato (in termini di entità della pena) per entrambi è maggiore del risultato che avrebbero avuto se si fossero fidati l'un dell'altro e si fossero coperti. Fuor di metafora , ci lasciamo prendere dall'impotenza, dallo spirito di rassegnazione, pensiamo che il nostro intervento non serva a nulla, che sia vano e ci accodiamo all'indifferenza generale e inquiniamo anche noi, col risultato però che generiamo un danno incredibile a tutti quanti, noi compresi. Se imbocchiamo questa strada, beh, allora cerchiamo almeno di essere onesti con noi stessi e ammettiamo che non vogliamo fare niente, e prepariamoci a pagare per le conseguenze delle nostre scelte. Prima o poi dovremo imparare, se vorremo continuare a vivere su questa terra. Prima o poi i costi economici e sociali diverranno talmente ingestibili e incontrollabili che non sarà più possibile continuare con il metodo dell'indifferenza e del fatalismo. L'altra soluzione è meno facile ma è l'unica percorribile se si vuole continuare a vivere decentemente su questo pianeta. Si tratta di una decisione ferma e che non si faccia piegare dalle tentazioni a lasciar perdere tutto.Per me non cambia nulla se gli altri vogliono OGM o meno, io continuerò a comportarmi secondo i miei valori e secondo la mia coscienza. E' un fatto di dignità e di integrità morale, non mi aspetto che tutti capiscano questo mio discorso. Si tratta di dire a noi stessi che vogliamo smettere di essere complici e di recuperare il nostro potere d'acquisto. E' d'altra parte anche lo spirito di questo Forum. Se pensassimo che è tutto inutile, allora che senso ha avuto la creazione di questo sito? Che senso ha parlare di queste cose? Si tratta di rompere la catena dell'omertà, a partire da noi stessi. Si tratta di spezzare la tragica catena del fatalismo, che genera solo effetti-Pigmalione, cioè decisioni che creano risultati che confermano le ipotesi di partenza, cioè che era tutto inutile. Questi anelli retroattivi possono essere spezzati in due modi: o sarà la necessità a farlo o saremo noi, salvaguardando diritti e costituzioni democratiche.
é inutile dirsi bugie. Il tempo per cambiare è poco. E per risolvere problemi cronici, la cui soluzione difficile siamo inclini a differire più avanti possibile, fino al limite di rottura, assumere un atteggiamento di gradualismo e flessibilià mi sembra francamente inadeguato.

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