Inkroci - un racconto di Seumas O'Kelly

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nohamweb
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Inkroci - un racconto di Seumas O'Kelly

Messaggio da nohamweb » sab mag 04, 2013 3:19 pm

Mary aveva trascorso molti giorni a raccogliere la lana dai ginestroni sul promontorio. Erano i ciuffi di lana persi dalle pecore prima della tosatura. Quando ne formava una massa morbida che riempiva il cesto la portava giù al canale e la lavava. Quando l’aveva lavata rendendola un fiocco soffice, bianco, setoso lo metteva di nuovo nel cesto di corda marrone, premendolo con le lunghe dita delicate. Si era alzata per andare via, tenendo il cesto appoggiato alla vita, quando i suoi occhi seguirono il sottile rivolo d’acqua che serpeggiava attraverso la palude.
Non riusciva a seguire quel rivolo giallo molto più in là. La luce del giorno si stava abbassando. Una foschia stava sospesa sopra la grande Palude di Allen che si estendeva piatta tutto intorno a lei. La barca si profilava in lontananza fra la foschia nello stretto canale d’acqua. Appariva, all’inizio, molto lontana e sembrava arrivare in una nuvola. La tenue luce rosata che saliva in cielo avvolgeva la barca e la lustrava come oro grezzo. Avanzava con calma, trainata da un cavallo, come una Barca Dorata al tramonto. Mary piegò la testa bruna un po’ di lato in modo da guardare il tranquillo movimento della barca. Il cavallo si trascinava deliberatamente lento, la testa paziente saliva e scendeva a ciascun passo pesante. Una gru si alzò dalla palude, batté due ali pigre attraverso la scia della barca e, stendendo il lungo collo davanti a sé, si perse nella foschia.
La figura che ondeggiava accanto al grande braccio del timone sulla Barca Dorata era inizialmente vaga e priva di forma, ma Mary avvertì che i suoi occhi ne seguivano i lenti movimenti del corpo. Mary pensò che fosse molto bello ondeggiare di tanto in tanto accanto al braccio del timone, guidando una Barca Dorata nel tramonto.
Poi all’improvviso comprese che la barca era molto più vicina di quanto avesse pensato. Poteva vedere precisamente le sagome degli uomini, specialmente la sagoma snella accanto al timone. Poteva seguire la corda che si allentava e si tendeva allungandosi dalla barca al cavallo. Una volta l’acqua schizzò, e fece un piccolo spruzzo d’argento. Lei notò la frusta arrotolata sotto il braccio del conducente. Al momento riusciva a contare ogni passo pesante del cavallo, e fu colpita dalle grandi dimensioni dei peli ispidi del garretto. Ma i suoi occhi tornavano sempre indietro alla sagoma accanto al timone.
Si spostò un po’ indietro per veder passare La Barca Dorata. Veniva da uno strano mondo molto lontano, e dopo aver attraversato la palude se ne andava via in un altro mondo sconosciuto. Un uomo dal viso arrossato se ne stava seduto con aria sonnolenta sulla prua. Mary sorrise e fece un cenno del capo, ma l’uomo non rispose. Non la vedeva; forse si era addormentato. Il conducente che camminava accanto al cavallo aveva la testa chinata e gli occhi fissi sul terreno. Non guardò su quando passò. Mary notò le sue labbra muoversi, lo sentì mormorare fra sé; forse stava pregando. Era una piccola sagoma rattrappita, deformata e teneva il passo con l’animale nel viaggio lungo la palude. Ma Mary sentì su di sé lo sguardo dell’uomo accanto al timone. Alzò gli occhi....
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