Attacco cardiaco immaginario

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Simoviola
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Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Simoviola » ven mar 28, 2008 7:04 pm

Eccomi di nuovo...mi sono appena iscritta ed ho tante cose da chiedere...nonostante sia una veterana di questi maledetti malesseri...
IO HO IL TERRORE di un attacco di cuore...presumo che altre persone affette da panico/depressione possano capirmi...ma allora mi chiedo...come levarsi questa fobia :?:
Non è possibile avere un infarto virtuale al giorno :shock:
Grazie ragazzi
Simona

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Skarlett
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Skarlett » sab mar 29, 2008 3:46 pm

Ciao Simona, mi ha fatto piacere leggererti, la fibromialgia è una vera e propria malattia, tanto invalidante che mi hanno mandato in pensione prima del tempo, proprio perchè è un guaio grosso! I medici me ne hanno detto di cotte e di crude in merito, ma ancora nn sanno veramente che cos'è.Eppure ,a quanto pare, tante persone se la portano addosso senza neanche sapere di averla.Che dire ,per me che già vivevo a fatica, è stata la ciliegina sulla torta.Ma non voglio affliggerti ancora con questo argomento . Tu ora come stai? Io alterno fasi cupe a giorni migliori (andare in pensione per un depresso non è proprio il massimo ! ti crolla il mondo addosso ti ritrovi a sentirti un invalido )Vorrei fare tutte quelle cose che mi ripromettevo di fare quando ,pensando alla pensione ,avrei avuto più tempo a disposizione , ma invece mi sento un'ameba . Il tempo scorre inutilmente e a 55 anni forse ,di tempo non c'è nè più tanto :( .Insomma si capisce che la maledetta(la depressione ,dico)trova sempre spazio per colpire!Ti abbraccio e mi farebbe piacere parlare di nuovo con te .Rossella

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Skarlett
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Skarlett » sab mar 29, 2008 3:47 pm

Scusa Simona, non avevo letto il tuo intrvento sull'indice ,per cui non ti ho detto una cosa, gli attacchi di panico per me sono sempre legati a disturbi al cuore :extrasistole , tachicardia ,senso di soffocamento dolori in petto e alle braccia e non dimentichiamoci del sudore freddo (le amiche carine..... dicono che è la menopausa..... ma loro non sanno....)insomma un infarto e sapessi quante volte sono andata in ospedele sicura che stavo per morire Hai ragione non si può vivere così !!!! Tu quanti anni hai? ti ribacio e forza! dopo l'ennesimo elettrocardiogramma il cardiologo mi ha detto di tornare solo da morta! figurati!!!! :?

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Skarlett
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Skarlett » dom mar 30, 2008 9:45 am

Cara Simona,mi dispiace quello che mi racconti,mi sembra di rivedere me quindici anni fa,ma penso che per una risposta così forte ci sia stata una causa altrettanto forte,nulla avviene per caso!Quando sono stata malissimo,per me le cause c'erano:a volte penso che vite come la mia dovrebbero non esserci, non è possibile una tale concentrazione di scatafasci dai quali però,alla fine ,dato che non mi rendevo bene conto non ho saputo e potuto difendermi!Te ne dico solo una ,a sei anni sono stata deflorata da una cameriera che avevamo in casa,alla quale mia madre mi affidava quando andava a lavorare ma dato che io ero piccola e a quei tempi , di queste cose non si parlava ,nè mia madre nè nessuno si è accorto di nulla, ma mia madre ,quando avevo dodici anni, portandomi da una ginecologa seppe che, haimè, non ero vergine e quindi disastro :ero una figlia imperfetta ,la SUA era una disgrazia da nascondere una vergogna terribile ,per cui se già prima non uscivo mai, da allora non ho avuto più pace.La storia è molto lunga, ti dico ,però che la crisi ,per me,è arrivata quando avevo quarant'anni due figli ,due divorzi alle spalle ,una miseria nera e la precisa convinzione che gli uomini avevano schifo di stare con me ,una volta conosciutami! Ho toccato il fondo ,ma veramente, non dormivo più non mangiavo più e ti dirò ancora che non avevo neanche la forza di accuparmi dei miei figli che avevano 12 anni e 2 anni e in tutto questo dovevo lavorare per forza se no mi licenziavano e poi che avrei dato da mangiare ai bambini? .Ho chiesto aiuto a familiari,amici e medici ma inutilmente : io ero quella che non sapeva tenersi uno straccio d'uomo vicino ,che non era capace di portare avanti una famiglia che in fondo si lamentava per niente ,ma la cosa grave il portabandiera di tutte queste belle idee era inorridisci :MIA MADRE!!!!! :cry: Scusami se ti ho raccontato questo fatto ,ma non te l'ho raccontato a caso :proprio il prendere coscienza di questo mi ha dato la forza di ricostruire tutto ,di prendere coscienza di ogni cosa e da lì è ricominciata la mia risalita ,lenta, dolororosa con alti e bassi ma alla fine ci sono riuscita!Tesoro ,permettimi di chiamarti così ,hai proprio l'età di mio figlio, non so se anche per te c'è, alla base di tutto ,un grande dolore, ma da quello che mi hai detto ieri: "Ma come si può curare l'anima ....forse con anni e anni di lavoro su se stessi..?.", credo di si .Effettivamente è difficile ,ma se non cominci la depressione/panico sarà sempre una marea che ti butta giù inesorabilmente e che ad ogni ondata ti leva qualcosa :un pò di forza per vivere!Ti auguro una buona domenica e se già, con questa mia, ho potuto fare qualcosa per te ,la mia sarà una domenica speciale! :D Ti abbraccio Rossella

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alFaris
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da alFaris » dom mar 30, 2008 9:05 pm

Essalamu Elikah!
Simoviola ha scritto:IO HO IL TERRORE di un attacco di cuore...
è evidente che si tratti di una fobia... specie se (presumo sia inutile domandare) hai controllato il cuore con talmente tanta precisione che saresti capace di scolpirne una copia in un blocco di travertino...
Simoviola ha scritto:come levarsi questa fobia
mah... forse - stabilito che si tratti solo di un'idea - basterebbe prendere il disturbo semplicemente come un fastidioso contrattempo... del tipo "aaah a-riecchelo! uffa che barba... guarda che non ci casco più! sei tutto un imbroglio il mio cuoricino sta benissimo... sarai mica invidioso!?"...

lo so sembro matto... ma forse la follia è l'unica via che possiamo seguire!



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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da alFaris » dom mar 30, 2008 9:19 pm

Essalamu Elikah!
Skarlett ha scritto:penso che per una risposta così forte ci sia stata una causa altrettanto forte,nulla avviene per caso!
sì anche molti studiosi di queste manifestazioni psicologiche ritengono che anche la componente ambientale possa essere una causa sufficiente a scatenare il fenomeno...
Skarlett ha scritto:Quando sono stata malissimo,per me le cause c'erano:a volte penso che vite come la mia dovrebbero non esserci, non è possibile una tale concentrazione di scatafasci
cara rossella ti sembrerà strano che io ti risponda al tuo contrario che si può - oh! se si può... di seguito a questo messaggio riporterò un testo che scrissi tanto tempo fa in un forum per sole donne e che descrive molto bene quel che è successo a me - qualcosa di molto simile... per la cronaca mentre tu hai due divorzî alle spalle io vivo da sempre in solitudine...
Skarlett ha scritto:Te ne dico solo una ,a sei anni sono stata deflorata da una cameriera che avevamo in casa,alla quale mia madre mi affidava quando andava a lavorare
eh cristo! >8-( 'n do' c*zz* stai...?!
Skarlett ha scritto:mia madre ,quando avevo dodici anni, portandomi da una ginecologa seppe che, haimè, non ero vergine e quindi disastro :ero una figlia imperfetta
l'ipotesi che potesse essere successo qualcosa di grave non le è neanche balenato per la testa eh? a dodici anni la verginità può avere solo un motivo...
Skarlett ha scritto:la crisi ,per me,è arrivata quando avevo quarant'anni due figli ,due divorzi alle spalle ,una miseria nera e la precisa convinzione che gli uomini avevano schifo di stare con me ,una volta conosciutami!
va be' ormai è inutile che ti spieghi quale fosse la reale motivazione...
Skarlett ha scritto:Ho chiesto aiuto a familiari,amici e medici ma inutilmente
sì conosco anche questa situazione...
Skarlett ha scritto:la cosa grave il portabandiera di tutte queste belle idee era inorridisci :MIA MADRE!!!!!
no anzi - mi sembra più che normale...
Skarlett ha scritto:proprio il prendere coscienza di questo mi ha dato la forza di ricostruire tutto ,di prendere coscienza di ogni cosa e da lì è ricominciata la mia risalita ,lenta, dolororosa con alti e bassi ma alla fine ci sono riuscita!
più o meno... aver coscienza della situazione può aiutare ma talvolta può succedere che l'anima sia talmente logora da rinunciare a tornare in vita...



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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da alFaris » dom mar 30, 2008 9:21 pm

Inviato: Dom Ott 09, 2005 1:24 am Oggetto: La persona più importante

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Va bene: se deve essere un messaggio serio, allora scriviamo seriamente. Niente saluto arabo ma un testo semplice, niente punti di sospensione ma l'interpunzione canonica. Un messaggio serio.

Tante volte scrivo che la mia esperienza è stata tanto simile alla vostra. Posso immaginare facilmente la vostra sofferenza: essere costrette a volare basso, molto basso, ancora più basso, nel disperato tentativo di sfuggire all'intercettazione del radar; essere terrorizzate dal rischio di essere condannate per una colpa che si chiama amore. In realtà, qualsiasi male conosce sempre un peggio, e poi un peggio del peggio, e poi ancora all'infinito. Al contrario vostro, la mia colpa ero io stesso: la mia esistenza era al contempo la testimonianza della colpevolezza e l'oggetto della condanna. Io sono stato per trent'anni il "figlio di quel figlio di una libera professionista", vale a dire il figlio di mio padre.

Trent'anni. Trent'anni di guerra famigliare. Trent'anni in cui mia madre ha dato il meglio in fatto di odio, disprezzo, acredine contro mio padre: siccome io ero il figlio di quell'uomo, ecco che sono stato l'oggetto di sfogo di tutto l'inferno che quella donna avrebbe voluto dire, e fare, e infliggere al suo avversario. Come vi potrei descrivere quel periodo? Credetemi: è assurdo solo pensarlo. Ecco perché, alla fine, il mio sistema nervoso è ridotto a un mucchio di nervi logori. Ecco perché oggi ho queste voragini psicologiche. Ecco perché mi trovo così tanto bene in questi spazî. Siamo figlî dell'incomprensione, del disprezzo: dello schifo. Siamo sorelle, sia pur di sventura.

L'unico appiglio che mi tenne in vita in quel periodo fu mia sorella. Per lungo tempo, finché era stata bambina, ella aveva seguite le orme della madre; ma quando crebbe, ed espresse il suo carattere, i difetti e i pregî che ogni essere umano dovrebbe avere il diritto di avere: quando tentò di vivere la propria vita, mi raggiunse all'inferno. Fu allora che divenimmo solidali, pur essendo due personalità profondamente diverse. Proprio perché eravamo diversi, mentre io ho sempre cercato la pacificazione, mia sorella giunse fino al confronto fisico e all'allontamento da casa, per andare a vivere da mio padre. Ho sempre comprese le ragioni di mia sorella, anche se devo riconoscere che tutto questo ha forse contribuito a mantenere roventi i rapporti interprersonali e ha prorogato così la fine del nostro inferno.

Inutile qui enumerare tutto il corollario che gravitò attorno a quanto fin qui descritto: avvocati, giudici, medici, consulenti di parte e d'ufficio, ufficiali giudiziarî; cause, sequestri, pignoramenti, ingiunzioni; i relativi costi, che ci hanno costretti a una vita fatta di risparmio all'osso, rinunce, false declinazioni d'invito. Un'infanzia e una giovinezza buttate al secchio, in nome di questioni di principio - e d'odio. In realtà, nel mio caso, un'esistenza intera: il mio futuro sarà ovviamente segnato dal passato, tant'è che ho ormai da tempo riposta nel cassetto la speranza d'incontrare un affetto. Diciamo così: sono vivo, e basta. Mia sorella, per sua fortuna, ha trovato un santo ragazzo: oggi ha tre figlî, meravigliosi e allegri.

Proprio perché ero consapevole di quanto costasse, economicamente e umanamente, tutto questo circo, cercai di risolvere la questione secondo il principio "a ognuno il suo gruzzolo, a ciascuno la sua via per il mondo". Quanto tempo e quante energie ho spese in questa titanica impresa: capovolgimenti di fronte, trattative mille volte iniziate e mille volte interrotte, promesse, condanne, scongiuri, snervanti questioni di principio, mediazioni ora in palese ora in segreto si sono susseguite senza tregua. Alla fine, quando siamo riusciti a vendere il vecchio villino famigliare, mi sono ritrovato solo. Certo, ho una sorella: ma a parte la distanza fisica che ci separa, ella ha la sua vita, la sua famiglia, le sue responsabilità. Ero solo. Sono solo.

La prima volta che entrai in un sito di ragazze fu per errore: all'epoca fui "strapazzato" e cacciato via in maniera un po' scontrosa. Va da sé che, quando presentai (in maniera pacata e civile, ma pur sempre assai rigida) le mie rimostranze, ricevetti di rimando infinite scuse, e l'invito a partecipare. Meravigliato da tanta cortesia, e soprattutto contando sulla promessa d'ospitalità della proprietaria del sito, in punta di piedi mi decisi a tornare: rientrai in quello spazio, questa volta dalla porta del forum invece che dalla finestra della chat.

Tante volte scrivo che le ragazze hanno ficcate le mani nella mia bara, e mi hanno tirato fuori di peso. Non solo: guai a ricordare loro che cosa hanno fatto, guai a ringraziarle; si contrariano, negano di aver fatto alcunché. Mi danno del melenso. Mi rendo conto che da parte loro mi hanno solo reso cittadino della loro piccola repubblica: ma per me è stato più che tornare in vita. Prima d'allora dipingevo la mia vita come un deserto sterminato, come un inverno senza fine: come un'oceano di tenebre. Oggi, sia pure in tono minore e ancora con mancanze che per forza di cose sono fuori portata delle ragazze, oggi sono vivo.

Prima di tutto, ho ricevuta un'iniezione di fiducia come mai prima d'allora avevo potuto annoverare: sono un uomo ammesso in uno spazio notoriamente sbarrato all'accesso di qualsiasi uomo, sono stato ammesso in un tempio sacro dentro il quale solo rari privilegiati entrano. Di seguito e mille volte più di questo: sono stato eletto a fratello di confidenze d'amori, di dolori, di sentimenti che forse neanche a un'altra donna possono essere svelati.

Con loro ho riso e ho pianto, ho giocato, ho mangiato e ho protestato - ho partecipato al Kiss2Pacs, e sia pur formalmente ho persino baciata una ragazza. Più ancora: ho dormito con loro. Dopo la serata in birreria, mi fu offerto di fermarmi a dormire a casa: eppure ci eravamo conosciuti solo poche ore prima. Più ancora: ho ospitata a casa una ragazza, ho dormito con lei, persino nello stesso letto - spalla contro spalla, nel mio letto, nella mia cameretta, nel mio appartamentino, il nido dell'aquila, trentasette metri quadrati, che all'epoca presi solo per me stesso, e oggi è testimone di un'impresa senza precedenti.

Mi hanno scritte parole d'una dolcezza inenarrabile: con una delicatezza che mai ho trovato in un altro essere umano, mi è stato suggerito di cercare altrove quel che cercavo, perché lì nessuna me l'avrebbe potuto dare. Se penso che, prima ancora di scrivere una frase di questo genere, per paura di offendermi in una qualche maniera ella si è subito premunita di avvertirmi che per carità, nessuna mi caccia, sia ben chiaro, nessuna vuole che io vada via: però, devo cercare di capire. Altro che capire: tempo dopo, un'altra ragazza si è rivelata ancora più delicata, perché mi ha scritto che posso benissimo rimanere nel loro forum, e cercare altrove quello di cui ho bisogno. Oramai mi domando se altrove esiste quello che cerco, quello di cui ho bisogno.

Anche io ho avute persone che mi sono state accanto: sono più che persone importanti, più che parenti, più che affetti. Sono ragazze lesbiche. Sono il mio urlo conto la morte, contro l'aridità della vita, dei sentimenti, sono la forza dinanzi alle offese e gl'insulti che le altre donne, quando volontariamente e quando incoscientemente, mi riservano. Sono l'esercito delle farfalle che ferma e fa indietreggiare e sconfigge un'armata di tenebre che altrimenti mi avrebbe ucciso - peggio, mi avrebbe fatto morire giorno per giorno, goccia per goccia, sussurrando nelle orecchie come Tigellio alle sue vittime: voglio che tu senta di morire. Invece oggi, all'improvviso, mi arriva un messaggio sul telefono: "Cammello come stai? Mi chiami che è tanto che non ti sento?".

Sono ancora vivo.

Stefano

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Skarlett
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Skarlett » lun mar 31, 2008 9:46 am

Ah Stefano come ti capisco, non puoi immaginre quanto!Ho letto tutto d'un fiato la tua lettera alle ragazze, sono costernata, noi donne ci scagliamo sempre verso gli uomini,che a torto o a ragione riteniamo colpevoli delle nostre sofferenze.La considerazione un pò banale ,lo ammetto, è che noi siamo pur sempre figlie di quelle madri che prima di noi si sono accanite verso gli uomini.E' una catena di sfiducia e di dolore che si snoda da sempre.Ti ho fatto questo preambolo per dirti che nel momento del divorzio (e io ne ho una bella esperienza)le vittime vere sono i figli!Sembrerà paradossale ,ma i figli sono comunque delle vittime, che ci sia o no un divorzio.Da bambina ho assistito a delle cose allucinanti, avrei preferito mille volte che i miei avessero divorziato.Ma allora ti chiederai :perchè ti sei sposata non una, bensì due volte?Lo so ,sembra demenziale, ma ci sono dei perchè e se vuoi ,se non ti annoia ,te ne parlerò .Ma ritorniamo a noi ,non so tu ,ma per me l'andare da uno psicologo è stato un tentativo fallimentare ,sono uscita di la più avvilita e disperata che mai,e con cento mila lire in meno,cosa che mi ha depresso ancora di più !Allora ho pensato che quello che si fa con uno psicologo lo si può fare anche con gli altri ,non sempre lo riconosco, ma è un pò quello che hai fatto tu cioè parlare , comunicare, cercare di lacerare la corazza che ti strangola e così ho fatto (all'epoca non c'erano questi mezzi formidabili che basta premere un pulsante e sei in comunicazione con il mondo ,se vuoi)ho parlato, ho urlato il mio dolore a chi voleva sentire e a chi no , ma l'ho fatto dovunque al supermercato all'ufficio postale nella sala d'attesa del medico e straordinariamente ho avuto aiuto ,conforto ,sostegno partecipazione e ho scoperto che noi poveri esseri umani siamo un esercito di disperati chi più chi meno alla ricerca di amore.Quale terapia migliore per se stessi se non dare amore ? Se dai amore alla fine lo ricevi anche tu,tutto sta a cominciare.Ma chi più di te può capirmi? Tu che da questa pagine virtuali dai quello che a tua volta hai ricevuto da angeli fragili e amorevoli? Lo so che sei allergico ai ringraziamenti e non ne farò ma ti abbraccio forte forte e mando un abbraccio anche a Simona e le dico che sento molto il suo dolore e vorrei che cercasse di aprirsi (anche io sono contraria ai farmaci non prendo neanche un'aspirina se non è proprio indispensabile, li temo moltissimo ).Un altra cosa che ho fatto è stata perdonare mia madre ,mi ha fatto sentire meglio ,l'ho considerata un'altra nell'esercito dei disperati perchè nel frattempo, era diventata vecchia e aveva bisogno di aiuto a sua volta.
Rossella

Simoviola
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Simoviola » ven apr 04, 2008 8:46 pm

Cara Rossella, la tua storia è da pelle d'oca :( ...come possono accadere cose simili???
In questi anni ho letto molti libri, mi sono documentata su depressione e panico...sai cos'ho capito? Che, a parte una predisposizione genetica, la vera causa di tanto dolore è la VISIONE che abbiamo di noi stessi...
Questa VISIONE inizia a formarsi nei primi anni di vita e quindi è palesemente condizionata dai genitori, parenti, maestri, coetanei etc...
Non è incredibile essere in balìa degli umori altrui? Fossero solo gli umori... In realtà ci dobbiamo scontrare con le loro frustrazioni, aspettative, "lavaggi" di coscienza etc... Paradossalmente le persone che dovrebbero tutelarci, talvolta diventano i demolitori del nostro piccolo mondo...
Ti faccio un esempio: io ero una bimba timida (anche perchè in casa assorbivo molte tensioni) ed avevo difficoltà a prendere la parola o ad alzare la mano in classe... Per tutto ciò la mia maestra (grandissima STR...) decise che avevo problemi di apprendimento, permettendosi di fare previsioni sul mio futuro (NON futuro) scolastico...
Mia madre, allarmata, decise di sottopormi ad un test per misurare il mio QI...beh (non dovrei dirlo ma visto il contesto lo devo fare) il mio QI risultò superiore alla media...per quanto possano essere attendibili questi test :D !
Tutto sommato le cose non cambiarono, infatti in classe continuai ad essere trattata come una bambina "problematica"...cambiò solo il ritornello "le potenzialità ci sono ma è troppo PIGRA"...da allora mia madre (in accordo con la maestra!!!) mi mise quell'etichetta: PIGRA! Non depressa, disturbata, sola, smarrita...no, PIGRA! La maestra salvò la faccia, la mia famiglia si lavò la coscienza...ed io restai per anni una persona APATICA, SVOGLIATA e chi più ne ha...
Non ci crederai ma, quando penso a questa cosa, sento una vampata di rabbia che sale fino al viso...
Cara siamo fili d'erba al vento...qui gioca solo un solo fattore: FORTUNA!

Bacione
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da robby » ven apr 04, 2008 9:18 pm

nella ricerca smodata ma molto critica di aiuto psicologico,terapie o altro dicono spesso che da 'grandi' tendiamo a ricreare le condizioni che abbiamo vissuto durante l'infanzia,anche se negative, perchè sono familiari,note,perchè è qualcosa che conosciamo e che abbiamo gia affrontato...in modo inconscio,utilizziamo dei comportamenti che fanno continuamente ricreare le condizioni in cui siamo cresciuti,percio il dolore assorbito da piccoli lo continuiamo a rivivere ciclicamente dopo...potrebbe essere legato ai due matrimoni di rossella...o a simona che da piccola si sentiva dire apatica e ora si sente ancora dall'esterno dire che se si impegnasse da sola guarirebbe...in effetti mi ci ritrovo,a volte mi domando in che altro modo potrei vivere...e non lo so...la serenità è sconosciuta,provare piacere cosa significa?cosa si prova a essere spensierati?non lo so e non so vivere in nessun altro modo...che ne pensate?

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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Simoviola » ven apr 04, 2008 9:40 pm

Ciao Robbi, stasera siamo le uniche visitatrici del forum :wink: !
Credo che sia vero quello che sostieni nel tuo post...sai, in fondo siamo vittime di meccanismi mentali nevrotici che non riusciamo a modificare... Io ho un padre affascinante, uomo d'affari di successo, carismatico...in gamba dal punto di vista professionale ma un disastro a livello affettivo-sentimentale... Ecco perchè mi sforzo di cercare uomini affidabili e casalinghi...ma in realtà gli unici che mi hanno fatto battere il cuore sul serio erano maschi molto simili a mio padre!
Inoltre ho vissuto l'infanzia con il terrore della domenica...era l'unico giorno in cui la famiglia si riuniva ed uscivano tensioni di ogni tipo...beh, nonostante siano passati anni, la domenica mi sveglio nervosa e trovo (involtariamente) un pretesto per rendere la giornata infernale...
Questo dimostra che abbiamo la tendenza a rivivere sempre lo stesso film...magari cambiando gli attori e la sceneggiatura...
Quindi, noi che conosciamo solo il tormento, potremo mai decidere di dirigere un'ironica commedia inglese?
...mmm...ho dei seri dubbi... :?

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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Skarlett » sab apr 05, 2008 4:59 pm

Cara Simona non sai che piacere mi ha fatto il vedere che mi avevi risposto,anche se non mi ha fatto piacere leggere delle tue sofferenze! Lo sai , la descrizione che hai fatto di te da piccolina ,rispecchia pari pari quello che ero io ,insicura, fragile ,continuamente alla ricerca di consensi da parte del mondo e da parte di mia madre .Ho pensato a lungo prima di risponderti, non vorrei averti dato l’impressione di essere una che da consigli, non ne sono capace ,se nel mio post ho detto che per me, una sorta di cura è stata cercare negli altri la stessa mia sofferenza, non mi sognerei mai di dire agli altri fate come me. Ma tu oltre gli attacchi di panico cosa senti ? Quando ti svegli al mattino o durante la notte cosa provi ?(ammesso che si riesca a dormire ,nella fase acuta io non dormivo affatto! ) La mia condizione normale era una sorta di letargo ,e da quella condizione di base vedevo gli altri vivere come in un film ,ma non ero capace di interagire ,non avevo la forza di fare nulla !In seguito ,ho pensato che gli attacchi di panico vengono ai depressi ,perché ,nel circuito contorto e distorto dei pensieri , si innesca un meccanismo perverso :sto sprecando del tempo , il tempo che mi è concesso non so quanto è lungo, potrei morire presto e non averne altro, potrei essere nelle condizioni di rimpiangere tutto il tempo perso, potrei non avere il tempo di vivere una vita “normale” potrei non avere il tempo di amare come si deve , e così via ……. Pensieri negativi che sono propri della depressione , e qui il nostro cervello va in tilt ,e come sempre accade quando si teme qualcosa, quella, si verifica .Nel nostro caso non una malattia lunga ,di quelle che ti danno il tempo di rifletterci su, no!!!!! Un infarto cioè la cosa che non ti da il tempo di recuperare niente l’unico accidente che ti fulmina all’istante ,così che non si ha più il tempo di recuperare il tempo perduto ! Certo è che io di infarti ne ho avuti a centinaia ,come ti ho già detto , nel passato di più, perché ero più giovane e pensavo di avere di più da vivere ,ora un po’ meno , ma non per questo meno terrorizzanti, per me e per chi mi sta vicino , nella fattispecie i miei poveri figli che sanno bene di corse all’ospedale in macchina, con il fazzoletto al vento, come si usa fare a Napoli, driblando nel traffico ,sperando di non arrivare troppo tardi !Che vergogna ho provato ,a volte avrei voluto sentirmi dire che:”si,in fondo, un problema c’è ,la signora ha il cuore un po’ debole ,effettivamente avete fatto bene a portarla in ospedale di corsa “ ed invece niente , addirittura ,un mio amico cardiologo dopo il ventesimo elettrocardiogramma mi disse “Rossè hai un cuore così forte che con un calcio potresti fare l’astronauta!” Si era un po’ rotto le palle di ascoltarmi e di soccorrermi ,come non capirlo, se lo chiamavo anche alle tre di notte certa di stare per morire! Scusami se il mio post è lungo , non so se avrai la pazienza di leggerlo, ma adoro scrivere è una di quelle pochissime cose che non ho mai smesso di fare ,anche quando , mi affaticavo anche solo a respirare.Ti abbraccio forte forte , che mezzo meraviglioso il computer ! Posso mandarti senza conoscerti de visu, tutto il mio affetto , la mia solidarietà e la mia
comprensione . Rossella

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robby
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da robby » dom apr 06, 2008 4:10 pm

Ciao Simo..mi sono scollegata e non sono riuscita a risponderti..in tempo reale..:-)
a molte persone succede di passare dalla tragedia shakspiriana alla commedia...pare che accorgersi del copione sia gia un primo passo...nel senso che se sai che stai mettendo in atto un comportamento che sai che è 'malato' puoi agire diversamente e almeno non reiterarlo...lo step successivo è trovare un altro comportamento.
Esempio: io ho sempre tenuto tutto dentro...ogni torto,ogni sopruso...fino al punto di rottura in cui tronco completamente un rapporto perchè sono satura. Morale:rapporti frustranti,superficiali,rancore sommerso e solitudine finale...ora ogni tanto,mi controllo e dico 'guarda questa cosa non mi sta bene'...non so quanto possa cambiare la mia vita,per ora l'ho messo in pratica due 3 volte.
Esempio banale e descritto al volo.tu cosa reiteri?Come potresti fare invece?

Simoviola
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da Simoviola » sab apr 12, 2008 9:35 am

Skarlett ha scritto:Ti abbraccio forte forte , che mezzo meraviglioso il computer ! Posso mandarti senza conoscerti de visu, tutto il mio affetto , la mia solidarietà e la mia
comprensione . Rossella
Cara Rossella, grazie di cuore...
Il computer a volte è davvero un salvavita...nel dicembre 2006 sono finita in un letto, mi stavo lasciando morire e mi ha salvato un ricovero in una clinica...sono l'unica persona al mondo che trovava appetitoso il cibo ospedaliero :) ...
A parte gli scherzi mi sono vista la morte in faccia e per i mesi successivi non riuscivo a varcare la soglia di casa (non che ora la mia vita sociale sia molto diversa)...beh, sai cosa mi spingeva ad alzarmi dal letto la mattina? Il computer...
Girovagando in internet restai affascinata dal mondo di Myspace e decisi di creare una pagina tutta mia...così iniziai a fare conoscenze virtuali cercando persone con i miei stessi interessi... Casualmente ricevetti un messaggio da un ragazzo ligure...le nostre conversazioni (assolutamente amichevoli) davano un senso alle mie giornate e dopo poco ebbi anche una piacevolissima sorpresa: questa persona è il batterista di un gruppo italiano (genere di nicchia) che ascolto da almeno 15 anni...quindi non ti dico la mia felicità...
Chiaramente ho conosciuto anche altre persone, ho ritrovato conoscenti che avevo perso di vista, ho scoperto gruppi musicali interessanti...insomma, diciamo che quello divenne realmente IL MIO SPAZIO vitale...
E' ovvio che poi bisogna trovare il coraggio di ributtarsi anche nel mondo reale (per il momento non è ancora arrivato), ma ti assicuro che se non avessi avuto il mio pc forse, nella migliore delle ipotesi, ora sarei chiusa in una clinica psichiatrica :? ! Un abbraccio forte
robby ha scritto:Esempio banale e descritto al volo.tu cosa reiteri?Come potresti fare invece?
Ciao Robbi...
Anch'io ho la tendenza a tenere tutto dentro...per poi stare molto male sul piano fisico...questo da sempre...ricordo che fin da bambina avevo un intestino decisamente irritabile proprio a causa di un problema psicosomatico...
Un altro film che continuo a ripercorrere è quello dell'inconcludenza... Non riesco a portare a termine mezza cosa...la inizio, mi ci butto con tutta me stessa...ma a d un certo punto il mio interesse svanisce...e la lascio spegnere...
In tutti i campi purtroppo, anche quelli personali (escludendo i familiare e le poche amicizie vere, con le quali però devo avere contatti non frequentissimi)...
Questo malsano comportamento mi porta a collezionare fallimenti e di conseguenza a non credere in me stessa...o meglio, passo da un iniziale delirio di onnipotenza per poi finire a buttare tutto...autostima inclusa!
Buon week end cara!

lùthien
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Re: Attacco cardiaco immaginario

Messaggio da lùthien » lun mag 19, 2008 1:04 pm

E' parecchio tempo che non scrivo in questo forum.
Un pò perchè nonostante i miei attacchi di panico continuassero non volevo dare loro la soddisfazione di vederli descritti e raccontati nero su bianco, volevo un pò scongiurarli, allotanarli da me...
Poi oggi ricapito per caso qua ( e sì, prima o poi sapevo che sarei ritornata) e leggo questo post....
E, incredibile, racconta quello che io provo da tanto tempo.
Attacchi cardiaci immaginari, senso di pesantezza al petto, dolore costante al braccio sinistro....sempre sul "chi va là"...ogni tanto poi ritorna la tachicardia (sicuramente gli episodi sono meno frequenti rispetto a qualche anno fa), e le domande ritornano, i dubbi, le incertezze, e la paura...
E nonostante sappia che "è solo questione di panico", non riesco a smettere.
Comincio la mattina appena sveglia, per finire la sera, quando mi addormento con fatica...
E il giorno dopo si ricomincia...

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