Una ragazza e la sua solitudine

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kloppi
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Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da kloppi » gio gen 31, 2008 1:42 am

Sto scrivendo, è notte, e mi sento tremendamente sola.
Chi sono?Una ragazza di 19 anni, che dentro di sè prova da un anno una solitudine immensa.
Ogni giorno piango una o più volte e questa vita mi sta sfiancando.
Tutto è iniziato un anno fa, quando all'ultimo anno del Liceo Classico, mi è stato detto di avere entrambe le ovaie policistiche. Ho iniziato una cura di pillola anti concezionale, e nel frattempo per trattare l'acne una farmaco, l'isotretinoina.
E lì quando mi è stata annunciata la mia futura difficoltà ad avere figli, come si suol dire "il cielo mi è crollato addosso".
Tutti hanno dato colpa alla pillola, che provoca tra i suoi effetti la depressione. Ma io avendola presa solo per un mese, 11 mesi fa,continuo a piangere.
In più tra notti insonni mi sono diplomata. Con un voto basso, 65, ma tutto sommato mi andava anche bene.
I miei non hanno mai lontanamente pensato in questi mesi che io stessi male al punto tale di meditare suicidio. E ancora adesso penso che la mia vita non ha senso. Ma fondalmentalmente quello che mi salva è la mia codardia, non l'attaccamento alla vita.
Le cose non sono migliorate in questi 4 mesi di Università. Ho cambiato 3 corsi di laurea:lettere moderne, biologia,e ora scienze pedagogiche presa per esasperazione,perché i miei genitori vogliono che studi per maestra, lavoro che non mi piace. Anche lì, a me piacerebbe andare a studiare fuori Giapponese e Cinese che io adoro, ma non mi possono mantenere fuori e nel paesino dove mi trovo non c'è un corso.
Io da questa vita sono distrutta, amareggiata, condannata ad un lavoro che detesto, ad uno studio che detesto e ho il terrore di innamorarmi pur avendo molte opportunità in quel senso.
Io ho abbandonato Karate, sto sempre chiusa in casa, piango e nn faccio altro.
La mia vita in questo momento non ha più senso, e i miei non si accorgono di nulla.Pensano solamente che io sia una bambina viziata.
Vorrei tanto dirgli di andare da qualcuno, per aiutarmi, per fare qualsiasi cosa, ma non ne ho il coraggio.

Spero mi rispondiate.
PS: non so dove mi dovevo presentare, se si doveva...non ci capisco tanto...mi scuso.

Grazie se leggete,
Chiara

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naomi
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Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da naomi » gio gen 31, 2008 11:29 am

Cara Chiara, io non uso mai la parola cara/o verso persone sconosciute ma in questo caso mi è venuto istintivamente e spontaneamente perché il tuo scritto mi ha fatto sentire una profonda tenerezza. Mi è tornato in mente il periodo dei miei 19 anni, la fine della scuola che ho vissuto quasi come un'ingiustizia, quelle porte che si sono chiuse dopo averti dichiarato "maturo" e con la loro chiusura ti spediscono nella vita e.... "ora tocca a te, arrangiati"
Ti voglio dare un benvenuta tra noi dal profondo del cuore; certo sarebbe meglio avere di fronte una persona con cui parlare con fiducia qualcuno che ti ascolta, ti capisce e così facendo ti sostiene e ti aiuta. Non sempre si è così fortunati e allora un forum è una valida alternativa. (questo qui poi è fantastico)
Hai fatto un primo passo mettendoti a scrivere che è importantissimo perché ogni viaggio, di quasiasi lunghezza o natura sia, inizia sempre e necessariamente con un primo passo. Qui troverai attenzione e sostegno (anche se, ripeto, è solo un computer e non carne e ossa) cose che da quanto dici non hai nei tuoi genitori che sembrano avere occhi e sentimenti chiusi eccetto che per le loro aspettative di vivere la TUA vita cioè in altre parole, vivere la loro attraverso di te. (LORO vogliono che tu sia maestra) ma che cosa tu voglia studiare o fare non viene sollevato.
Ti chiedo: perché ti senti "condannata" a un lavoro/studio che detesti?
Vorrei terminare prendendo spunto da una tua frase. Dici "I miei non si accorgono di nulla pensano solamente che io sia una bambina viziata" Quì sta tutta la contraddizione, l'incoerenza e la non consapevolezza di tanti genitori -secondo me- Se si rendessero conto di quello che dicono, vedrebbero subito che l'accusa è mal diretta perché il bambino non si vizia da solo ma viene (eventualmente) viziato da altri. Dunque non si può rimproverare a qualcun altro un' azione fatta da noi stessi. Secondo, io personalmente non credo al concetto stesso di viziare. Per me non esiste. E' solo una giustificazione che si danno gli adulti per continuare a non vedere i loro atti a non prenderne coscienza quando si trovano davanti a un risultato che non è quello aspettato da loro stessi. Non si rendono conto che il solo fatto di aspettarsi un risultato è sbagliato e non si rendono conto che il prezzo da pagare lo paga l'essere su cui si è riversata questa aspettativa.
Ciao, a presto
naomi

kloppi
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Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da kloppi » gio gen 31, 2008 11:27 pm

Anzitutto grazie per avermi risposto e per il benvenuto...
può darsi che sbaglino, può darsi che io stessa sbagli, ma la mia situazione non migliora mai. Ogni giorno è fatto di stupidissimi trucchetti " se il prossimo anno rimani lì a scienze della formazione ti compriamo la macchina". A me della macchina non frega proprio un accidente, visto che è settimane che sto chiusa in casa.
Comunque, io nel mio cuore ti ringrazio per le splendide parole, per avermi dedicato una piccola parte del tuo tempo verso una ragazza che oramai tutti credono un'asociale sfigata. Grazie veramente di cuore.
Chiara

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naomi
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Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da naomi » ven feb 01, 2008 9:55 am

Ciao Chiara, sono felice che tu abbia risposto così velocemente. Personalmente non penso si possa o debba parlare di sbagli. Non ci sono sbagli ma piuttosto modi di pensare e di essere che portano a certi risultati. Quando questi risultati non vanno bene dovremmo -noi adulti- rimettere in questione i nostri pensieri. Ognuno con le proprie possibilità e tempi. Le situazioni da sole non possono cambiare, possiamo solo cambiare noi. Quelli che tu chiami "stupidissimi trucchetti" sono dei "ricatti" (lo metto tra virgolette) per ottenere quello che vogliono loro. Abbiamo comunque la possibilità di rifiutare.
Dici che tutti credono che tu sia un'asociale sfigata: sullo sfigata non mi pronuncio, in quanto all'asociale, visto che tipo di società siamo, qualche volta è un bellissimo dono essere A-sociale. Anche se non hai ancora risposto alla mia prima domanda, te ne faccio altre: cos'è che non ti va e non ti soddisfa in scienze della formazione? Come è avvenuta la tua iscrizione a quel corso? Cosa ti piacerebbe studiare?
A presto, ciao

kloppi
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Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da kloppi » ven feb 01, 2008 12:54 pm

Non ho notato la domanda ...sorry!
Dunque, il problema è che io non mi sento minimamente portata per fare la maestra d'elementari. Detesto i bambini, e un sacco di materie che mi sono del tutto aliene, tipo Sociologia, Psicologia.
Mi sono spostata da Lettere moderne dopo sole due settimane, perché l'ambiente non era dei più idilliaci, Biologia, frequentata il tempo record di un giorno, ha avuto in un impatto fortissimo su di me perché sono cose che mi impressionavano, ora scienze della formazione presa quasi per disperazione e per fare contenti i miei, che sono entrambi insegnanti. A me piacerebbe studiare Giapponese e Cinese, e già lo faccio con un corso privato, ma il problema è che proprio l'università non stuzzica i miei interessi. La voglia di stare a studiare materie che non mi interessano, dopo cinque anni di Classico, è meno di zero.
Purtroppo qui da me la facoltà di lingue non ha quei corsi di laurea, e i miei comunque non vogliono che studi solamentequelle materie.
Forse sono io che sono fatta sbagliata, però proprio non riesco ad adeguarmi ad un futuro impostomi da altri con studi che minimamente non mi interessano.
Ad abbandonare gli studi e mettersi a lavorare? Neanche per idea...sarei proprio il loro "dispiacere".
Comunque sai ... anche se forse è vero, che usano dei ricatti che non andrebbero usati, sono pur sempre i miei genitori, dopotutto. Solamente che sono ciechi. Come nel caso in cui mi hanno detto dell'ovaio. La loro prima reazione-stupidissima per altro- è stata "beh adesso che sai cosa hai, sei contenta?". Mi sono sentita semplicemente affranta da un atteggiamento tanto cinico, che poi in realtà nascondeva una loro non accettazione.
Un sentito grazie, per stare qui ad ascoltarmi, davvero.
Chiara

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robby
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Località: milano

Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da robby » ven feb 01, 2008 3:56 pm

Ciao Chiara!
Leggendo le tue mail volevo provare a dirti un paio di cose che magari chissa ti aiuteranno..
intanto per quanto riguarda l'ovaio etc ti consiglio di indagare meglio e magari in futuro nal senso che anche a me avevano diagnosticato una cosa simile e prescritto un apillola con molti effetti collaterali...essendo io molto scettica ho sentito altri pareri e in effetti da un ginecologo con eco etc mi ha confermato che va fatta distinzione tra micro e macro policistico e che solo il secondo necessitava di terapia d'utro diciamo con pillolone ad alto tasso ormonale,l'altra evenienza poteva essere curata con pillolin anormale..e cosi è stato...anche a me dava alterazioni cutanee...per la fertilità nn so che esami hai fatto ma conosco molte donne con diagnosi di sterilita e che poi si son ritrovate incinta!...o altre che essendo giovani nn avevano ancora piena attivita e con la pillola hanno normalizzato tutto...questo per dirti che se è un problema che ti sta a cuore esistono mille modi per avere diagnosi certa e altri modi..molto spesso per curarsi...magari di questo occupati tra un pò di tempo però..sei ancora veramente giovane....
per l'università se nn ti piace lascia stare,anche li' nn fermarti..continua a cercare tra le mille facolta...magari trovi 3 anni che nn ti dispiacciono e in mezzo puoi infilarci un lavoretto...se ti piacciono le lingue...ok giapponese nn lo hai vicino casa...fai altre lingue,privatamente giapponese, cosi quando nel mondo del lavoro andrai a far la traduttrice o quello che vuoi oltre alle lingue imparate in universita avrai anche il giapponese...potrai comunque usarlo per lavoro...eppoi che ne sai una volta laureata facendo per esempio tedesco,spagnolo e francese magari entrerai in un master di lingue orientali...non lo so ipotizzo...Se sai cio che vuoi ti dico allora impuntati e fallo..ma se nn hai ancora le idee chiare...e neppure io che ho quasi 10 anni di piu le ho :-) almeno vai nella direzione meno aliena...senza x forza scontrarti con i tuoi se nn hai le motivazioni e lo stimolo.MA certo lascia stare cio che sai gia che nn ti piace...ok fai l'universita ma nella direzione a te piu vicina..ok?
Dai facci sapere!
a presto!

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Arthien
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Iscritto il: sab feb 02, 2008 5:18 pm

Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da Arthien » sab feb 02, 2008 5:35 pm

Ciao Chiara!
sai, io ho 23 anni e a 17 anni ho avuto una bambina... sotto quello aspetto tutto bene, mi sono anche poi sposata con suo padre e adesso stiamo bene. ma i primi anni ho dovuto vivere con i miei e non ti dico cosa è stato. mio padre voleva governare sia la mia che la vita di mia figlia, lui ha la tendenza a voler sempre tenere tutto sotto controllo. ti dico solo che ero arrivata ad un punto nel quale al posto di pensare con la mia testa pensavo con la sua. nel senso che io non avevo dove andare ancora, e dovevo sottostare alle sue leggi per evitare delle crudissime litigate. in quegli anni ebbi un forte disturbo di panico. i miei ovviamente non capivano perchè, anche io ero considerata solo una viziata che aveva tutto e che non doveva lamentarsi di nulla. non so, in quegli anni la speranza mi è venuta meno diverse volte: credevo che la mia vita sarebbe stata quella e quella soltanto... ho visto la morte con gli occhi del terrore, sensazioni di catastrofe e impotenza continue... ma adesso, a distanza di qualche anno, ti posso dire che c'è una cosa che ho capito chiaramente: la vita cambia e noi nemmeno ci possiamo immaginare come. io mi vedevo finita, mio padre che mi costrinse a fare un lavoro che detestavo, e ho dovuto farlo! ma poi l'occasione di andarmene se n'è andata quando quasi ogni barlume di speranza si era spento... e mi sono sposata, e vivo a casa mia da più di due anni e sto bene! io capisco la tua mancanza di fiducia nel futuro, e la tua voglia di chiudere con la vita, ma lo pensi solo perchè sei convinta che le cose non possano cambiare,, che la tua vita è già stata tracciata dai tuoi e hai anche la sofferenza di sapere che avrai difficoltà ad avere figli. io ti ripeto, ho capito sulla mia pelle che per quanto pensi che sia già tutto programmato, in realtà non è così. è la tua vita questa, ed hai in mano tutto il potere per cambiarla. non che sia facile, certo, ma io dico che devi gettare a terra i muri, gettare via le parole di chi ti costringe a vivere in un certo modo, ed in qualche modo vive al posto tuo. prendi le redini della tua esistenza, e sii ciò che vuoi essere. una sola possibilità abbiamo, giocatela tutta. non sprecare più nemmeno un giorno, anzi, arrabbiati con chi ti obbliga ad essere. sii ciò che vuoi, non ciò che devi.

kloppi
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Iscritto il: dom gen 27, 2008 12:39 am

Re: Una ragazza e la sua solitudine

Messaggio da kloppi » lun feb 04, 2008 11:37 am

^//^ Grazie... per le parole così confortanti.
Forse sono solamente io che devo prendere controllo della mia vita, cercare di non farmi più condizionare più da altri. Purtroppo dopo ogni litigata la mia forza di reagire viene meno, e anche la forza di guardare avanti.
So cosa intendi. Sono stata già una volta così sconsolata, e grazie ai miei amici mi ero ripresa. Credevo che fosse solamente lo stress della Maturità, e invece ci sono ricascata come una povera allocca. Ma questa volta non posso ricorrere ai miei amici. Ho paura quasi di contagiarli con la mia tristezza, e questo torto davvero non lo meritano. Per rispondere, le ovaie sono macro policistiche. Forse di questo me ne frego anche, nel senso che da un anno che l'ho scoperto, me ne sono fatta una ragione, però per una ragazzina di 17 anni, che vedeva con invidia le compagne delle medie andare con l'assorbente nello zaino. E' solamente l'idea di alzarsi al mattino e prendere 10 mila pillole , per questo, per quello e mi sono sentita... anormale. Mi sono sentita diversa, mi sono odiata perché per me non andava mai bene niente, perché l'Università me l'hanno scelta gli altri, perché tutti mi controllano la vita, perché a 19 anni sono già così. Comunque le vostre parole mi hanno confortato molto.
Grazie mille, Chiara

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