Il disagio dell'inutilità

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gerardo
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Il disagio dell'inutilità

Messaggio da gerardo » ven giu 08, 2007 7:05 pm

Mentre facevo la fila per il solito certificato, ragionavo sul fatto che a questo mondo neppure il più stupido degli animali fa più fatica di quanto sia il guadagno. Il ghepardo può anche essere concentratissimo sulla preda ma un attimo prima di consumare più energie di quelle che ricaverebbe dall'abbattimento, abbandona la caccia. Ed è un bilancio che vale per i batteri fino alle forme evolute. La sola eccezzione è durante il gioco dove la necessità di imparare prevale su tutto. Ma stavo forse giocando io, mentre aspettavo che mi timbrassero quell'inutile cartaccia? Tutto questo discorso per suggerire il fatto che molte delle situazioni che una persona vorrebbe assolutamente evitare mentre altri le accettano, può non essere per forza la manifestazione di uno stato patologico ma il rifiuto di accettare un gioco di cui si percepisce l'assoluta vacuità.

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alFaris
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Re: Il disagio dell'inutilità

Messaggio da alFaris » lun giu 11, 2007 12:32 am

Essalamu Elikah!
gerardo ha scritto:molte delle situazioni che una persona vorrebbe assolutamente evitare mentre altri le accettano, può non essere per forza la manifestazione di uno stato patologico ma il rifiuto di accettare un gioco di cui si percepisce l'assoluta vacuità.
quale profonda filosofia in un semplice messaggio da conferenza sulla depressione! ;-) in effetti anch'io per anni sono stato male nella mia solitudine più che altro perché mi domandavo se fossi io il problema o forse la pedonaglia che mi gira dintorno e che come dici tu s'integra in questa sorta di macchina infernale...

grazie in ogni caso del tuo messaggio! torna ancora...



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gerardo
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Messaggio da gerardo » lun giu 11, 2007 10:36 am

Io, lo si è già capito, ho un approccio pratico con il disagio psicologico. Non nego il valore del dialogo analitico ma su questo piano non mancano certo gli apporti.

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robby
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il valore del poter scegliere

Messaggio da robby » mar giu 26, 2007 9:29 pm

..credo che la differenza sta nel poter scegliere e nel farlo!
Anche io ultimamente mi sono chiesta se sono realmente 'malata' o forse solo 'diversa...e ho capito che poter scegliere di vivere diversamente,di nn omologarsi e' un valore...ma se e' una scelta...

poter scegliere di vivere diversamente,intensamente,e riuscire anche a rapportarsi a situazioni come un certificato,riuscire a farlo ma decidere liberamente di nn volerlo fare,o di farlo nel minimo delle necessita....e' 'patologico' quando nn puoi scegliere,quando nn riesci a sopportare neanche quei 10 stupidi minuti x quel certificato inutile...

gerardo
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Messaggio da gerardo » sab giu 30, 2007 9:40 am

Non stò cercando di contestare il sistema burocratico, anche se ce ne sarebbe bisogno, ma di suggerire una chiave di lettura di alcune situazioni di disagio sociale. Se si immagina un classico dell'inutilità come scavare una buca per poi riempirla, non si tratta di metterci dieci minuti o quattro ore: la palese mancanza di senso rende ogni istante ridicolo e umiliante e l'insieme estremamente penoso. Mi domando allora quante circostanze sociali apparentemente sensate ci risultino in realtà intimamente talmente prive di utilità alcuna da rendere il nostro comportamento problematico come lo sarebbe nell'esempio fatto all'inizio.Il mio non vuole essere un discorso antisociale. Al contrario, l'asocialità può essere il frutto avvelenato di una accondiscendenza sociale acritica che poi provoca, a chi ha una particolare sensibilità, un ritiro dall'intera vita comunitaria.

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alFaris
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Messaggio da alFaris » mar lug 03, 2007 9:15 pm

Essalamu Elikah!

> Il mio non vuole essere un discorso antisociale.

peccato...! ;-D

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Exsalvio78

Messaggio da Exsalvio78 » ven lug 06, 2007 11:25 pm

Ma la cosa che descrivi a me accade circa un centinaio di volte al giorno, fare cose inutili e privi di senso, e quello che tu esprimi si chiama principio di economia.

Nessun animale lo violerebbe mai, tranne l'uomo che anche quando è convinto di averne piacere (come quando decide di mangiare troppo, gimpegnarsi troppo, ecc...) viola palesemente.

Un bambino se ci pensate senza oppressioni sociali, gioca fino a quanto ha le forze per farlo, poi ovunque esso si trovi si addormenta, mangia finchè ne ha voglia poi smette(sono poi i genitori che lo costringono ad ingozzarsi, usando per decidere la sua sazietà secondo le loro paure, pensando che non possa crescere sano e forte), così dalla nascia aumentano le pressioni inutili che portano stress, si arriva quindi all'esaurimento totale e poi vogliamo che altri risolvino il nostro problema.

Abbiamo inventato figure come psicologi, psichiatri, ecc.. Per risolvere un mal di vita che ci autoinfliggiamo, sprecando inutilmente risorse che sarebbe utile conservare.

Sapete leggendo un libro sul training autogeno, emerse un fatto grandiosso, le persone hanno normalmente una data forza, tuttavia in casi estremi possono attingere a risorse che normalmente non sarebbero utilizzate. Per esempio citava della madre che vedendo il figlio con la gamba bloccata da un tombino pesante quintali in procinto di rompergliera, trova la forza devastante di alzarlo e scagliarlo via, donna si cita molto esile.

Inoltre si è spesso visto che chi pratica rilassamento supera in prestazioni coloro che usano dopaggi chimici. Si citava uno studio tra più soggetti rilassati, sotto ipnosi e sotto adrenalina controllata. Le prestazioni migliori le ottenevano coloro che utilizzavano il rilassamento inoltre usavano un numero minore di muscoli (in accordo con l'economia di sistema) per effettuare il sollevamento di svariati pesi.

Tuttavia è stato accertato che queste risorse sono usate dal corpo in palese violazione del principio di economia, solo se servono in casi di emergenza (pensate se vi trovaste in apeta savana e foste inseguiti da una tigre, sono sicuro che correreste molto più in fretta rispetto a una seduta di corsa libera), il prolungarsi di ciò crea un insidioso meccanismo di dispendio energetico con coinvolgimento di tyutta la psiche e il soma della perrsona, poi ci lamentiamo di mali psicologici che alla lunga divengono organici.

Se il corpo è continuamente alle prese con quello che capita all'esterno come può riassettare il suo interno, non so se riesco a trasmettere ciò che voglio trasmettere.

Ebbene la nostra società rappresentà quello di più antieconomico a livello psico-fisiologico ci possa essere.

Gerardo io credo invece che di patlogico ci sia nell'accettare quella situzione, coloro che si deprimino non sono dei malati, sono solo coloro che non hanno capito che finchè la maggioranza la pensa in un certo modo, c'è poco da fare, si deve solo non rendere ancora più antieconomica la cosa, usando l'unica cosa che logora peggio del corpo ovvero la mente in modo errato.

Pensa ogni volta mi reco in posta, spesso minimo ci vogliono delle ore per uscirne, ma non la vedo come una cosa dura da sopportare, ma solo come una prova di pazienza che mi darà conoscenza di me stesso. Immagina a prenderla duramente, sarebeb solo un ennesimo spreco di energie. Voglio essere onesto a me non mi fa arrabbiare le tre ore che perdo, ma beccare delle persone che addirittura credano che lo stato delle cose sia giusto, quello mi fa imbestialire. Nello stesso momento assume il massimo significato il concetto di rassegnarsi ma non in senso negativo, ma in senso positivo, l'unica conseguenza che avrebeb il fissarsi su ciò, sarebbe realmente patologica, e ci costringerebbe a usare quelle famose risorse che è meglio conservare per i momenti di reale bisogno, buona serata a tutti.

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Messaggio da alFaris » dom lug 08, 2007 9:07 pm

Essalamu Elikah!

> l'unica conseguenza che avrebeb il fissarsi su ciò, sarebbe realmente
> patologica,

:-) infatti sta proprio qui il nocciolo del problema... chi soffre di depressione ha (diciamo così) un'idea parassita che gli fa vedere il mondo da un punto di vista totalmente negativo... che poi il mondo si stia avviando verso una discesa verso il baratro è una cosa secondaria (va be'dirlo oggi alla chiusura del live aid suona quasi comico...) ma allora perché solo alcuni soggetti soffrono di depressione?

questo spazio è nato proprio per questo ovverosia per far tendere i frequentatori verso un atteggiamento meno autodistruttivo... chi soffre di ansia e panico nel momento dell'attacco si sente morire orbene magari anche tu avrai sofferto in qualche occasione di palpitazioni però tu hai aspettato che passasse... al contrario chi soffre di questa problematica ne ha _terrore_! ora da una parte la situazione è effettivamente stressante (converrai con me che l'esempio dell'ufficio postale è calzante) ma in ogni caso dobbiamo trovare la maniera di sopravvivere anche a queste situazioni...



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