I sintomi fisici ricorrenti e patologie mentali annesse

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silvia caldironi
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I sintomi fisici ricorrenti e patologie mentali annesse

Messaggio da silvia caldironi » lun apr 30, 2007 9:21 am

Rispondo volentieri a questa domanda con un nuovo topic, ringraziando chi me l'ha posta.
Il disturbo fisico legato alle patologie mentali varia da persona a persona ed in genere è un'ottima traccia per risalire alla casua o alle cause che le hanno originate (e ovviamente è legato a come la persona ha percepito e "filtrato" la realtà in concomitanza con il loro verificarsi).
Faccio un esempio per far capire anche "quanto lontani" possano sembrare a volte i sintomi fisici dalla patologia mentale (anche se in realtà non lo sono mai).
Mi è capitato un caso di depressione di cui la persona, pur volendo lavorare su di sè, non riusciva a identificare l'origine. La persona in questione si era già sottoposta a trattamenti psicoterapici con risultati momentanei e tutto sommato deludenti; in particolare si sentiva bene mentre era "accompagnata" ma una volta lasciata non era in grado di "camminare da sola".
In conseguenza di questo aveva sviluppato problemi alle anche ed alle articolazioni delle gambe.
Soffriva poi di una grave forma di vitiliggine, che non era mai stata presa in seria considerazione da medici e terapisti.
Attraverso un ciclo di colloqui è emerso che i genitori si erano separati quando ancora la persona era in tenera età, ed avevano (come purtroppo spesso accade) "usato" la figlia per ricattarsi vicendevolmente. Dopo poco tempo era apparsa la prima macchiolina che poi si era estesa velocemente, chiaro segnale da parte della piccola di voler "sparire", per sottrarsi a questo tipo di situazione che la metteva in difficoltà, e che le procurava sensazioni spiacevoli.
Col tempo, la vitiliggine è diventata anche una "barriera difensiva e di protezione", una compagna per così dire, che a differenza dei genitori, non l'ha mai abbandonata.
Proprio per questo, molto spesso, si innescano sensazioni di odio-amore nei confronti delle malattie da parte dei pazienti; per i disturbi (soprattutto quelli cronici) si soffre, ci si sente schiavi, ma al tempo stesso, non ce ne si vorrebbe liberare, proprio per il messaggio/lo sfogo/l'alibi che esprimono e che "sono ancora vivi" all'interno del soggetto.
Ciò è vero al punto che che a volte basta portarne alla luce il messaggio, in modo che la persona possa elaborarlo coscientemente per cambiare l'ottica, il punto di vista o semplicemente le condizioni che hanno provocato il disturbo, e vederlo così lentamente affievolirsi e scomparire, avendo compiuto il proprio "compito" ed essendo stato accettato, capito ed avendo affrontato quel processo di consapevolezza, che è il vero significato della malattia.
Con questo non voglio assolutamente sostenere che le malattie tutte abbiano solo cause psicologiche, anzi. Molti disturbi sono fisiologici e derivano anche da fattori esterni alla persona, ma è pur vero che lo sfogo/il sintomo/la malattia esprimono sempre anche un messaggio, una sorta di reazione fisica agli stati mentali. Più mi dedico alla psicosomatica, più mi rendo conto di quanto il corpo sia la tela su cui le emozioni dipingono. Ogni uomo è il filtro della realtà che vive, che gli "passa attraverso" ...anche fisicamente!! Ed i segni inevitabilmente riguardano l'intero nostro essere (non solo l'apparato mentale, ma anche quello fisico).



Pubblicherò un estratto di questo pezzo ed alcune considerazioni su casi e sintomi sul sito http://www.psicosomatista.com nel corso della settimana.
Vi abbraccio e rimango a vostra disposizione.
Silvia Caldironi

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